NAPOLI – La situazione dei beni culturali di Napoli, in particolare l’aspetto che riguarda la loro custodia e tutela, era già emersa in tutta la sua precarietà nel 2012, in occasione del clamoroso furto nella biblioteca dei Girolamini.
Ed ora ritorna all’attenzione dell’opinione pubblica dopo il ritrovamento di alcune opere trafugate da Villa Livia, struttura museale di proprietà del Filangieri, ubicata nel parco Grifeo al corso Vittorio Emanuele, utilizzata di recente come set per una nota fiction televisiva.
Chi doveva custodirla, l’ha depredata. Per anni.
Così come per la biblioteca dei Girolamini, figura chiave nella sparizione delle opere, un capitello di epoca romana diversi calchi per monete antiche solo per citarne qualcuno, la custode.
Finita ai domiciliari insieme a due figli, minori all’epoca dei fatti e coinvolti in pieno nell’attività ciminale. 6 in totale i provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità giudiziaria.
Era sempre la custode ad avvertire i potenziali clienti sulle opere che venivano via via sottratte illegalmente per essere rivendute.
Il comandante del Nucleo Tutela Patrimonio culturale dei carabinieri di Napoli, Giampaolo Brasili, ha restituito questa mattina i beni rinvenuti al direttore del Filangieri, Paolo Iorio. Durante l’incontro entrambi hanno fornito dettagli, anche paradossali, della vicenda
Ma i clienti che acquistano i motorini dai custodi di villa livia, entrano tranquillamente
Ma i custodi continuano a commerciare motorini nel museo di villa livia….assurdo!!!
Questi hanno impiantato una vera e propria officina non autorizzata nel museo! Vendono motorini a tutto gas, anche 3 o 4 al giorno…..non pagando tasse!!!