NAPOLI – Fondi del Pnrr e assistenza ai bisogni prossimi dei cittadini: “Regione Campania, Agenas e istituzioni nazionali devono lavorare insieme per colmare i divari, rigenerare il Sistema sanitario e cogliere le sfide del cambiamento necessario.
Nell’agenda delle Regioni c’è il Pnrr ma anche il meccanismo di riparto del Fondo sanitario nazionale che da anni paralizza il Sud e la Campania e che ora va cambiato: “Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha fatto bene a rimarcarlo – ha detto Franco Ascolese, presidente dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e prevenzione a conclusione del Laboratorio Sanità 20/30 che si è svolto a Napoli a Città della scienza – la battaglia del governatore è sacrosanta e condivisibile ma le risorse che saranno recuperate servono anche per riequilibrare le assunzioni di personale.
Oltre ai medici e agli infermieri ci sono anche le 19 professioni sanitarie che rappresentiamo”.
Come è noto la mancata firma allo schema di assegnazione delle risorse del Fondo sanitario nazionale in Conferenza Stato Regioni ha fatto scattare, per la prima volta, il meccanismo per cui è il Governo a doversi prendersi la responsabilità, da buon padre di famiglia, di ristabilire l’equità.
“Ed evidentemente è irricevibile la proposta di attribuire il 99% delle risorse in base al vecchio penalizzante e superato criterio della anzianità della popolazione e solo lo 0,5% riconosciuto alla aspettativa di vita e l’altro 0,5% alla deprivazione sociale – ha aggiunto Ascolese intervenuto a margine della sessione degli Stati generali della professione infermieristica – con i 220 milioni che la Campania giustamente rivendica bisognerebbe investire sul personale. Che manca nelle corsie, ovunque. Territorio e ospedali.
E la falla delle 19 professioni che rappresentiamo (tecnici di radiologia, fisioterapisti, terapisti occupazionali, tecnici ortopedici, logopedisti, educatori ecc). è sotto gli occhi di tutti. Mancano nei reparti e negli ambulatori per far funzionare al meglio le Asl e gli ospedali, per le emodinamiche, le unità coronariche, nelle ortopedie, a casa dei pazienti per l’assistenza domiciliare sono sotto gli occhi di tutti. Una carenza massima e generale, tanto da mettere a rischio la formazione e l’agibilità dei corsi di laurea”.
Anche per Case e Ospedali di comunità – il senso del discorso di Ascolese – mancano e mancheranno i camici bianchi per popolare queste nuove strutture e far funzionare corsie e macchinari. E la carenza non è solo di medici e infermieri ma anche, e forse di più, di tecnici quelli che sono più vicini al paziente quando bisogna fargli una ecografia, una radiografia, un prelievo, un trattamento fisioterapico, riabilitarlo dopo un ictus o un incidente, educarlo agli stili di vita, riorganizzarne la vita a seguito di disabilità fisiche e psichiche.
Anche Antonio Postiglione, direttore generale del dipartimento Salute di Palazzo Santa Lucia considera il Pnrr “una grande occasione per ridisegnare l’offerta sanitaria nel territorio che in Campania e in altre parti d’Italia sconta ritardi per carenza di risorse anche a causa della inadeguatezza del fondo sanitario che ha determinato la carenza su scala nazionale di 80 mila operatori sanitari e la chiusura di 300 ospedali. La scadenza del 30 giugno ha visto impegnate tutte le Regioni – ha poi aggiunto a margine di Laboratorio 20/30.
Questo è il primo appuntamento nazionale e siamo orgogliosi che sia stato organizzato qua in regione Campania. Il nodo dell’adeguamento dei criteri per adeguare il fondo sanitario è una questione irrisolta da trasferire a tutti anche per recuperare le risorse che servono per popolare le case e ospedali di Comunità”.
“Gli obiettivi di contenimento del costo del personale fissati al 2004 meno l’1,4% – ha poi aggiunto il dirigente regionale – non è più storicamente accettabile e sostenibile e c’è necessità di avere una rivisitazione del contratto collettivo nazionale di lavoro per rendere più attrattive le professioni sanitarie e dare nuovi impulsi al reclutamento del personale. Reclutamenti che al momento non sono previsti come denunciato dalla Regione Campania in modo formale e da altri addetti ai lavori in maniera meno formale. Tutti concordi nel riconoscere di dover rivolgere una maggiore attenzione ai criteri di assegnazione delle risorse”.