SALERNO – Il presidente degli Stati Generali del Patrimonio Italiano Ivan Drogo Inglese ha concluso la sua visita a Vatolla, il borgo cilentano inserito nel territorio del comune di Perdifumo accolto dal sindaco Vincenzo Paolillo.
Una visita che segue quella di Vittorio Sgarbi che ha assunto la guida del comitato scientifico della Fondazione Giambattista Vico.
Il presidente era accompagnato dall’imprenditore Stefano Sgueglia, console di Assocastelli in Campania ma soprattutto colui che ha investito ingenti risorse per recuperare e valorizzare l’imponente castello di Rocca Cilento, l’antico centro amministrativo dei Sanseverino, indiscussi signori del Cilento.
La cerimonia
Il professor Drogo Inglese ha presieduto la cerimonia che ha previsto l’apposizione di una targa sul portone di accesso al castello e la consegna degli attestati che certificano l’inserimento del maniero di Vatolla nella rete di Assocastelli e l’ammissione della Fondazione Giambattista Vico negli Stati Generali del Patrimonio Italiano, la consulta permanente e plenaria costituita dai rappresentanti delle più autorevoli ed importanti istituzioni e organizzazioni che operano nel settore del patrimonio.
La discendenza del vico.
Ma la consulta è interessata ha ricostruire l’eredità del Vico.
Infatti dal suo matrimonio con Maria Teresa Destito nacquero ben otto figli.
Per questo motivo gli Stati Generali del Patrimonio Italiano insieme alla Fondazione Giambattista Vico hanno deciso di ricostruirne la discendenza per comprendere come si siano propagati i geni del grande filosofo napoletano.
Il Castello
Il fulcro di questa ricerca sarà il castello di Vatolla, dove il filosofo visse poco meno di dieci anni, chiamato al ruolo di precettore dei quattro figli del marchese Domenico Rocca.
Il castello nel ‘600 era di proprietà dei marchesi Rocca, poi passò ai Vargas Machuca e da questi ai conti Calvi di Bergolo.
Oggi è sede della Fondazione Giambattista Vico.
La Fondazione
La fondazione è presieduta dall’avvocato Luigi Maria Pepe che ha ricevuto il testimone dal padre Vincenzo Pepe, docente di diritto costituzionale e noto ambientalista (è fondatore e presidente del movimento Fare Ambiente).
All’interno del castello sono custoditi oltre 20 mila volumi e ben due tele originali opere di Paolo De Matteis, pittore cilentano la cui realizzazione più celebre, la Resurrezione, si trova presso nel Santo Sepolcro di Gerusalemme.