NAPOLI – “Coltivare cultura è coltivare nuova vita”. Con questa convinzione e con questo titolo nelle scorse ore il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli e l’associazione “Virus teatrali” hanno portato nel carcere di Poggioreale l’iniziativa che ha lo scopo di promuovere nelle carceri italiane il recupero o la creazione di luoghi in cui sia possibile fruire della cultura, dello studio e dell’arte.
Alla presenza del Garante Nazionale delle persone private della libertà, Mauro Palma, Festival e Virus Teatrali hanno portato in anteprima nelle sale della casa circondariale G. Salvia l’anteprima del film “Nu juorno ‘nzieme” di Giovanni Meola che fu girato proprio in questa struttura con la collaborazione dei detenuti del padiglione Napoli nell’anno 2019. Il regista, presente, ha raccontato le fasi di realizzazione dell’opera e la grande armonia che ha caratterizzato le sedute di ripresa e di socializzazione nel gruppo dei protagonisti. “Coltivare cultura è coltivare nuova vita” si propone di realizzare, attraverso la creazione di luoghi per la cultura, il senso dell’articolo 27 comma 3 della nostra Costituzione che afferma che “le pene … devono tendere alla rieducazione del condannato”.
“Alcuni istituti di pena – spiega il coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli Maurizio Del Bufalo – hanno già compiuto in questo senso importanti scelte (Opera, Bollate, Volterra) e non sono poche le eccellenze nel campo della iniziative teatrali in ambito carcerario, ma una grossa percentuale di essi è ancora priva di qualunque luogo di fruizione culturale ove detenute e detenuti possano studiare, informarsi, assistere a proiezioni o partecipare a recite teatrali e prendere conoscenza dei mestieri collegati all’arte e alla cultura in generale. Noi stessi abbiamo qualche difficoltà a promuovere il nostro decennale concorso “Cinema in Libertà” che offre ai detenuti la possibilità di giudicare opere cinematografiche provenienti dal nostro Festival”.
È stata una seduta partecipata; apprezzamenti e consigli sono venuti da molti dei presenti ed un importante annuncio, dato dal direttore della Casa Circondariale di Poggioreale, Carlo Berdini, ha reso noto che partiranno a breve i lavori per la creazione di uno spazio multifunzionale dedicato alle iniziative artistiche e culturali. Il Garante nazionale ha espresso apprezzamento per la finalità del progetto consigliando di sviluppare iniziative progettuali condivise con i detenuti e le direzioni amministrative. Presente Giannino Durante, papà di Annalisa (vittima innocente della Camorra) e animatore della biblioteca di Forcella che porta il nome della giovane, che è intervenuto per dichiarare la disponibilità dei libri raccolti nel suo quartiere per la nascente biblioteca di Poggioreale. Anche la co-presidente di “UN PONTE PER”, Angelica Romano, ha offerto la fornitura di libri in lingua araba per i detenuti extracomunitari, iniziativa già sperimentata in altre regioni d’Italia. Infine i genitori di Mario Paciolla, presenti all’evento, hanno colto l’occasione per chiedere adesione alla petizione che chiede alle istituzioni italiane giustizia sul caso del cooperante ucciso in Colombia.
“È partito così da Napoli – conclude Del Bufalo – un percorso che attraverserà tutto il Paese per ricordare che cambiare il carcere è possibile, anche partendo da piccole scelte locali che garantiscano una maggiore umanità e determinazione nella rieducazione di detenuti e detenute”.