NAPOLI (Foto di Pixabay) – Il Napoli che ha vinto lo Scudetto nella stagione 2022-23, ritornando al trionfo dopo ben 33 anni, ha avuto dalla sua parte, senza dubbio, la forza trainante di un gruppo solido, unito e compatto che ha mantenuto un ottimo stato di forma, per tutta la scorsa annata. Inoltre, fondamentali sono stati per gli azzurri, i 26 goal messi a segno da Victor Osimhen, attaccante nigeriano che è letteralmente esploso, dimostrando di essere una prima punta di livello assoluto anche contro le grandi squadre, come nel confronto con la Juventus al Diego Armando Maradona, vinto per 5-1, dove ha messo a segno una doppietta.
Il fenomeno Osimhen
Arrivato nell’estate del 2020, proveniente dal Lille per 50 milioni euro, il nativo di Lagos si era messo subito in evidenza per le sue doti di velocità e per i suoi scatti in avanti che consentivano al Napoli di giocare in profondità. Dopo due anni nei quali gli infortuni lo hanno condizionato, basti ricordare quello subito contro l’Inter, quando la testa di Milan Skriniar gli ha spaccato lo zigomo, costringendolo a un intervento chirurgico ed ad indossare la celeberrima mascherina, Osimhen ha ritrovato finalmente la forma giusta, che gli ha permesso di vincere il trofeo di capocannoniere del campionato, un premio per il quale risulta essere tra i favoriti anche quest’anno. Una categoria, quella del capocannoniere, su cui l’appassionato di calcio può scommettere sulle piattaforme dei casinò online in Italia, che di solito offrono anche delle sezioni dedicate alle scommesse e alle scommesse live.
A contribuire all’eccellente rendimento di Osimhen è stato soprattutto l’ottimo lavoro del mister Luciano Spalletti, che dopo la vittoria ha lasciato Napoli e risulta essere ora uno dei candidati alla panchina della nazionale italiana dopo le dimissioni del tecnico Roberto Mancini. Goleador di razza, Osimhen ha preso il testimone di altri due centravanti che hanno fatto la storia recente del Napoli, anche se non sono riusciti nella sua stessa impresa, ossia di trionfare in campionato con la squadra azzurra ed entrare nella storia.
Il record di Higuain al Napoli
Molto tecnico e con un passato da trequartista, Gonzalo Higuain è stato centravanti titolare del Napoli per tre stagioni, dall’estate del 2013 a quella del 2016. Arrivato dal Real Madrid, in continua competizione con Karim Benzema, l’argentino aveva seguito i passi di Diego Armando Maradona, che aveva vestito la maglia azzurra del Napoli, suo grande estimatore nel periodo in cui allenò la nazionale argentina. Il nativo di Buenos Aires arrivò a Napoli a seguito di una campagna acquisti che incluse anche Raul Albiol, José Maria Callejon, Pepe Reina e Dries Mertens, confermandosi bomber azzurro per tre stagioni di seguito.
La sua migliore annata, fu l’ultima. Nell’estate del 2015, infatti, l’addio di Rafa Benitez portò all’ingaggio di Maurizio Sarri, un commissario tecnico in ascesa e dalla spiccata mentalità di calcio d’attacco, che rese l’argentino il terminale offensivo della squadra azzurra. Con l’allenatore toscano in panchina, Higuain rese come mai nella sua carriera, diventando l’offensiva perfetta in una squadra il cui palleggio armonioso, consentiva di produrre svariate occasioni di andare in rete ad ogni partita. I suoi 36 goal segnati in una stagione, rappresentarono un record assoluto in Serie A, dei quali sono tre segnati su calci di rigore. Dotato di una tecnica individuale strepitosa, con Sarri, Higuain raggiunse il massimo livello di concretezza, e prima di lasciare la squadra del Napoli per passare alla Juventus, fu detentore di un record sensazionale, oggi eguagliato soltanto da Ciro Immobile, che però realizzò 12 reti su rigore.
La media strepitosa di Cavani
Prima di Higuain e Osimhen, è da annoverare Cavani. Sbarcato al Napoli nell’estate del 2010 dopo tre anni di militanza al Palermo, l’attaccante uruguaiano iniziò la sua avventura come prima punta, attorniato da Marek Hamsik ed Ezequiel Lavezzi, con i quali formò un tridente devastante. Il Napoli di allora non era ancora quello solidissimo di oggi, ma la disposizione tattica di Walter Mazzarri permise al sudamericano di godere di molti spazi in avanti dove, attaccando in profondità, era solito trovare il pertugio giusto per andare in goal.
Velocissimo in progressione e motivato a dare sempre il meglio, a soli 23 anni Cavani trovò lo slancio giusto per diventare l’eroe di Napoli, continuando a segnare goal, senza quasi mai subire infortuni. Tra i protagonisti della prima qualificazione degli azzurri in Champions, il Matador fu inoltre capocannoniere nella stagione 2012-13, e i suoi 78 goal in 105 partite con il Napoli, lo rendono ancora oggi, il giocatore con la miglior media realizzativa nella squadra partenopea.