CAMPI FLEGREI – È del 2019 l’accordo per il piano di evacuazione in caso di eruzione dei Campi Flegrei e del Vesuvio. Piano approvato dalla Regione Campania. Per tutti i residenti delle aree rosse e gialli dei Campi Flegrei è prevista anche un’esercitazione nazionale che si terrà nella settimana dal 16 al 20 ottobre.
Nello specifico ecco tutti i quartieri evacuati dove andranno: Bagnoli si divideranno tra la Basilicata a la Calabria; i residenti di Soccavo in Emilia Romagna; quelli di Fuorigrotta nel Lazio e quelli di Chiaiano in Friuli; ad accogliere invece gli abitanti di Pianura sarà la Puglia, mentre da Posillipo ci si sposterà in Sardegna; Pozzuoli verso la Lombardia assieme a Torre del Greco; parte invece della zona di Marano sarà trasferita in Liguria. I giuglianesi andranno a Bolzano-Trento; da Bacoli nella Marche e in Umbria. Da Monte di Procida in Abruzzo-Molise; da Quarto, infine, in Toscana.
Questo è quanto si legge sul sito dal Piano Nazionale di Protezione Civile:
Online la mappa interattiva di zona rossa e zona gialla per il vulcano Campi Flegrei
La zona rossa è l’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. È infatti esposta al pericolo di invasione di flussi piroclastici che, per le loro elevate temperature e velocità, rappresentano il fenomeno più pericoloso per le persone. Sono ricompresi in zona rossa i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Nell’area vivono circa 500mila abitanti.
La zona gialla è l’area, esterna alla zona rossa, che in caso di eruzione è esposta alla significativa ricaduta di ceneri vulcaniche. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili dall’accumulo di ceneri Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell’area vivono oltre 800mila abitanti.
L’allontanamento della popolazione dalla zona rossa inizia con la dichiarazione della fase di “allarme”. Nella mappa sono rappresentate in blu le Aree di attesa previste dai piani di protezione civile comunali, ovvero le aree da cui partiranno i cittadini che scelgono di allontanarsi con il trasporto assistito. Dalle Aree di attesa, i cittadini saranno trasferiti nelle Aree di incontro previste dalla pianificazione nazionale di protezione civile che, nella mappa, sono rappresentate in verde. Da qui raggiungeranno, in nave, treno o pullman, le Regioni o Province Autonome gemellate.
Già nella fase di “preallarme”, le persone che vogliono allontanarsi possono farlo ma solo autonomamente. Potranno trasferirsi presso una sistemazione alternativa (es. seconda casa, da parenti o amici, casa in affitto) ricevendo un contributo economico da parte dello Stato.
Alla dichiarazione di “allarme” invece tutta la popolazione deve abbandonare la zona rossa e può scegliere di farlo in modo autonomo o assistito. Il tempo complessivo stimato per questa operazione è di 72 ore (3 giorni), così articolato:
- prime 12 ore per permettere alle persone di prepararsi e per predisporre le necessarie misure di regolazione del traffico;
- successive 48 ore per la partenza contemporanea ma cadenzata della popolazione da tutti i Comuni della zona rossa, secondo un cronoprogramma definito nei piani comunali;
- ultime 12 ore, come margine di sicurezza per la gestione di eventuali criticità e per consentire l’allontanamento anche degli operatori del sistema di protezione civile.
Per chi sceglie di essere assistito è stato definito uno schema di gemellaggio che prevede il trasferimento della popolazione dei Comuni in zona rossa nelle Regioni e Province autonome italiane. In questo caso, lo spostamento assistito delle persone dalle “Aree di attesa”, definite nel Piano di protezione civile di ogni Comune, alle “Aree di incontro”, individuate fuori dalla zona rossa, avverrà con pullman messi a disposizione dalla Regione Campania. Il loro successivo trasferimento verso i “Punti di prima accoglienza” nelle Regioni e Province autonome gemellate è previsto con modalità diverse (pullman, treni o navi) a seconda delle destinazioni, per limitare il carico sulle infrastrutture di mobilità e i disagi alla popolazione.
Chi sceglie di spostarsi autonomamente, con il proprio mezzo di trasporto, dovrà seguire solo i percorsi stradali di uscita dalla zona rossa stabiliti nel Piano di allontanamento. Chi sceglie la sistemazione alternativa fornita dallo Stato dovrà proseguire verso i “Punti di prima accoglienza” individuati nelle Regioni e Province autonome gemellate; in alternativa chi sceglie di ricevere il contributo di autonoma sistemazione potrà proseguire verso la sistemazione alternativa individuata autonomamente. La regolazione del traffico in fase di allontanamento autonomo sarà gestita attraverso l’attivazione di cancelli che garantiranno il corretto cadenzamento del flusso veicolare in uscita dalla zona rossa.
Una legge sul bradisismo. Borrelli (AVS): “Da inizio legislatura chiediamo interventi straordinari sui campi Flegrei. Serve task force nazionale della protezione civile. Subito prove di evacuazione con piani aggiornati, vie di fuga e segnaletica ad hoc”.
“Ci auguriamo che il provvedimento di legge annunciato dal Ministro Musumeci – dichiara il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli – dedicato all’emergenza nei Campi Flegrei sia presentato e approvato in tempi rapidi. Faccio presente che da quando è iniziata la legislatura insistiamo con il ministro per attivare una task force della Protezione Civile nazionale sul fenomeno del bradisismo e che abbiamo chiesto finanziamenti straordinari per la messa in sicurezza degli edifici presenti nella zona rossa. E’ importante sapere che i piani di evacuazione fino ad oggi non sono mai stati sperimentati con le apposite prove se non in pochissimi casi e con pochi partecipanti. Bene ha fatto il presidente della Regione Campania a dire che farà partire le esercitazioni. Le vie di fuga sono in parte ostruite da crolli, abusi edilizi e opere stradali incompiute. La presenza sul territorio di un numero elevatissimo di palazzi realizzati in modo abusivo anche diversi decenni fa e mai oggetto di sanatoria o decreto di abbattimento sono uno dei pericoli più gravi. Si tratta di un vero e proprio limbo edilizio. Il Ministero dovrebbe prevedere un nucleo ad hoc che verifichi la qualità e la staticità di queste costruzioni e avviare la realizzazione della segnaletica ( con gli appositi punti di ritrovo o le strade da percorrere in caso i evacuazione) per le vie di fuga. Già nel 2009 avevo come assessore provinciale alla protezione civile tale cartellonistica ma i comuni non vollero impiantarla. Noi daremo un contributo fattivo e collaborativo nell’ottica dell’interesse collettivo e della salvaguardia di questo territorio”.