POZZUOLI – “L’evacuazione repentina dell’intera area dei Campi Flegrei, che coinvolgerebbe un milione e 300mila cittadini (600mila in zona rossa e 700mila in zona gialla) costerebbe 30 miliardi di euro l’anno. A questo occorre aggiungere il disagio sociale e la crisi economica che ne conseguirebbe.
Naturalmente è un ragionamento estremo, non vogliamo essere allarmisti ma dobbiamo ricordarci che viviamo in una zona caratterizzata da questo tipo di rischio.
Proponiamo, dunque, nell’eventualità che l’allerta diventi prima arancione e poi rossa, che ci sia una evacuazione lenta, programmata e che sia anche facilitata da alcuni algoritmi che abbiamo studiato e dall’uso dell’intelligenza artificiale.
Nel momento in cui interi quartieri dovessero essere deportati, sarebbe meglio farlo in zone più vicine ai propri territori di residenza, come le aree interne della Campania che tra l’altro hanno avuto un grave spopolamento; ma anche sulla direttiva Napoli-Bari, dove insistono aree che consentano di effettuare operazioni di questo tipo”.
Lo ha detto Antonio Coviello (ricercatore/economista del CNR-IRISS e docente universitario) nel corso del seminario “Fenomeni bradisismici dei Campi Flegrei e mitigazione del rischio vulcanico”, organizzato al Circolo Savoia da Rotary International-Club Napoli Est e CNR-IRISS.
Adriano Giannola (presidente Svimez), ha affermato: “Il bradisismo è un fenomeno purtroppo non inatteso. C’è una urgenza di soluzioni a medio e lungo termine; soluzioni che riguardino la riqualificazione e anche la ristrutturazione dell’area dei Campi Flegrei. Vuol dire non esportare mezzo milione di persone nel resto d’Italia e desertificare l’area, ma sfoltire le zone più pericolose agendo sullo studio del territorio. Servono dunque politiche del territorio lungimiranti”.
Per Fabrizio Cattaneo della Volta (presidente Circolo Savoia): “Il Club è pienamente inserito all’interno del contesto cittadino e ci sembra giusto partecipare a incontri su tematiche di grande importanza come quello organizzato da CNR e Rotary.
Tra l’altro il problema del bradisismo riguarda anche altri circoli nautici come quelli dell’area flegrea, che siamo pronti a supportare in ogni modo”.
Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca INGV ed associato CNR-INO ha evidenziato che “occorre drasticamente diminuire la popolazione residente nelle aree a rischio. Si tratta di zone dove si può fare turismo, creare attrazioni, ma non vivere.
I cittadini potrebbero essere riallocati non andando in giro in Italia, ma appena al di fuori della zona rossa, nelle Zes o nei centri all’interno della regione Campania che oggi sono disabitati”.