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In scena al Teatro Civico 14 Con la Carabina di Licia Lanera

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CASERTA – Venerdì 20 ottobre ore 21.00 al Teatro Civico 14 arriva Con la Carabina, spettacolo vincitore nel 2022 di due Premi UBU (miglior testo straniero e miglior regia), scritto della giovane autrice francese Pauline Peyrade, interpretato da Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto e diretto da Licia Lanera (terza donna in 44 edizioni del Premio a vincere il riconoscimento per la migliore regia: prima di lei solo Emma Dante e Lisa Ferlazzo Natoli). Con la Carabina è una storia pulp di violenza su minori e vendetta. Protagonista è una bambina di 11 anni, che un tribunale francese riconosce consenziente allo stupro subito da parte di un amico del fratello maggiore e che, diventata donna, decide di farsi giustizia da sola. Lo spettacolo, prodotto dalla Compagnia Licia Lanera, realizzato in coproduzione con POLIS Teatro Festival, in collaborazione con Angelo Mai, dopo la tappa casertana proseguirà la sua tournée in Campania a Napoli, al Nest di San Giovanni a Teduccio. Info e prenotazioni a 0823 441399 oppure info@teatrocivico14.it. Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito www.teatrocivico14.it.

La storia divisa tra passato e presente, è ambientata contemporaneamente in un luna park e a casa della donna. In entrambi i luoghi si consuma una violenza, ma i ruoli sono invertiti. «Con la carabina è un testo lucido e imparziale, che fugge dall’idea di dividere categoricamente il mondo in buoni e cattivi, ma analizza i meccanismi culturali e antropologici che fanno scaturire alcuni comportamenti violenti – spiega Licia Lanera. Questa analisi, insieme ad una scrittura viva e affascinante, sono gli elementi che mi hanno portato prima ad abitarlo, poi a patirlo e infine a metterlo in scena. Ne è venuto fuori uno spettacolo-incubo, un non luogo, in cui ci sono due attori/servi di scena che si fanno ora adolescenti ora adulti ed evocano attraverso la parola e pochi elementi scenici, la dinamica di una storia atroce».
«Lo spettacolo è claustrofobico e violento, si muove scandito dalle luci di un set fotografico che muta continuamente per mano degli attori stessi – continua la regista. Pensato per luoghi piccoli, in cui la distanza del pubblico dallo spazio scenico è minima, la prospettiva dello spettatore quindi è vicina e continuamente disturbata da queste piantane luci, che lo mettono nello scomodo e allo stesso tempo pruriginoso ruolo di colui che spia il privato più privato. Davanti ad esso si intervalla il gioco all’orrore, la giovinezza alla morte; è un’orrenda stanza dei giochi, uno Squid Game in cui chi ha pagato il biglietto può guardare da vicino uno stupro o una morte. Non ci sono vincitori in questa ruota infernale, ma solo lo specchio di una società che ha fallito clamorosamente. Tra conigli, giocattoli e canzoni di Billie Eilish sfila una storia come tante, una storia miserabile per cui è impossibile non provare pena e profondo dolore».

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