NAPOLI (Di Anna Calì – Fonte foto SSC Napoli) – Bisognava fare il gioco del Napoli e fare ciò che siamo abituati a fare, invece, siamo andati a Torino a fare il loro, di gioco.
Un primo tempo che ha visto un Napoli ben posizionato, con molteplici passaggi effettuati, un possesso palla superiore al 70% e tante le occasioni sprecate, con una Juve che non ha fatto altro che difendersi.
È nel secondo tempo che la squadra di casa mette in gioco tutte le loro potenzialità, portando la squadra sul punteggio di 1-0 con il gol di Gatti, perché la Juventus è abituata a fare questo tipo di partite e a vincere le partite con un po’ di fortuna, andando così poi a chiudersi del tutto. Il Napoli meritava di vincere ampiamente, ma quest’anno purtroppo le cose si sono girate nel verso opposto. Anche le occasioni a nostro favore, ci vanno contro, come il fuorigioco di Osimhen nel secondo tempo.
E se un calciatore di 22 anni l’anno scorso è riuscito a fare un gol saltando otto avversari e quest’anno non riesce a fare gol stando a pochi passi dalla porta con il portiere a vis a vis, allora sì, qualcosa è davvero cambiato e non va. Su questi terreni di gioco bisogna essere cinici e bisogna concludere subito, senza permettersi il lusso di poter sbagliare dei gol fondamentali che ti avrebbero permesso di guadagnare qualche posizione in classifica e ti avrebbero cambiato l’andamento della partita.
Ci eravamo illusi che con il ritorno di Mazzarri le cose sarebbero potute cambiate, ci si aspettava un inversione di rotta che, al momento ancora non è arrivata. Ennesima sconfitta che va ad aggiungersi a quella precedente di campionato contro l’Inter e quella di Champions contro il Real, ma possibile che lo scheletro di García condizioni ancora mentalmente la squadra o realmente hanno perso l’entusiasmo di giocare e lottare per quel tricolore, cucito con fatica dopo 33 anni e scucito non appena 5 mesi dopo?
Una difesa che fa acqua da tutte le parti, un portiere che non esce mai dall’aria piccola, un Di Lorenzo che necessita fortemente un po’ di riposo e un Anguissa ancora non al top della sua forma fisica. E le sostituzioni che arrivano sempre troppo tardi.
Era difficile ripetersi soprattutto dopo il calciomercato estivo che ha lasciato molte perplessità, ma si spera che quest’anno abbiano come un unico obiettivo quello di rientrare tra le prime quattro per cercare di giocare l’anno prossimo la Champions, con l’augurio che la sfida del 12 di Champions possa risollevare un po’ dai malumori.