Ormai da anni il welfare aziendale è diventato un tema centrale per tutte le imprese, che sempre più spesso lanciano iniziative per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, con l’offerta di varie tipologie di benefit. Nonostante ciò, ancora oggi a Napoli soltanto una minoranza dei lavoratori ritiene che la propria azienda si prenda veramente cura del suo benessere: a rilevarlo è l’ultima ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute[1], che ha interrogato gli abitanti del capoluogo campano sulle misure di welfare aziendale, in particolare per quanto riguarda l’ambito della salute e dei servizi ad essa dedicati.
Secondo quanto emerso dal sondaggio, solo il 27% degli intervistati è d’accordo con l’affermare che l’azienda in cui lavora ha a cuore il suo benessere e la sua salute. Malgrado il tanto parlare di ambienti di lavoro più vicini ai bisogni delle persone, dunque, a Napoli quasi tre intervistati su quattro non sembrano percepire un reale impegno della propria azienda in questo senso.
Ma quanto sono realmente diffuse allora le misure di welfare aziendale? Dalla ricerca risulta come il servizio offerto più spesso sia quello dei buoni pasto o della mensa, fornito da oltre quattro aziende napoletane su dieci (42%). Al secondo posto ci sono i servizi di sanità integrativa (39%), seguiti dai fondi pensione (37%), dai percorsi di formazione (34%) e dai buoni spesa/gift card (22%). Ma c’è anche chi lavora in aziende che non hanno alcun piano di welfare aziendale: l’84% di essi vorrebbe che il proprio datore di lavoro cominciasse a introdurlo, e una percentuale simile desidererebbe che la propria azienda offrisse misure di sanità integrativa (78%).
UniSalute ha allora indagato quali servizi relativi alla salute fossero più popolari, tra i napoletani che hanno la possibilità di accedervi. Le prestazioni mediche in convenzione a prezzi agevolati e i pacchetti di prevenzione e check-up sono al primo posto, sfruttati dal 59% dei dipendenti. Segue, al 55%, il rimborso delle spese per visite ed esami (svolti privatamente o tramite il SSN). Ancora poco diffusi, invece, benefit come la copertura per lo psicologo/psicoterapeuta (27%), i pacchetti maternità (23%) o i servizi di telemedicina (23%).
Indipendentemente dalle specifiche misure, oltre un lavoratore napoletano su tre (37%) dice che l’opinione che ha dell’azienda è cambiata in meglio dopo l’introduzione di benefit relativi alla salute. Sembrano però esserci ancora margini di miglioramento: solo una minoranza (sempre il 37%) si dice soddisfatta dell’offerta di sanità integrativa attualmente a sua disposizione. Più di due su cinque (42%) ritengono probabile che nei prossimi mesi la integreranno con un’assicurazione sanitaria individuale, come già fatto dal 14% degli intervistati.