NAPOLI (Di Anna Calì) – Ufficialmente terminata la via crucis. Un’agonia lenta e dolorosa. Un campionato che non ha fatto altro che accentuare i problemi di cuore e soprattutto ha alimentato sempre più la fuoriuscita di bile in tutti i tifosi napoletani. Partita dopo partita. Allenatore dopo allenatore. I napoletani speravano vivamente che qualcosa avrebbe riacceso quella flebile fiamma, riaccendere quel fuoco ardente, ma non c’è stato verso. In nessun modo.
Sicuramente i troppi cambi in panchina non hanno fatto altro che accentuare i problemi all’interno dello spogliatoio e della società. Tutti pieni di buoni propositi, tante belle parole, eppure di concreto non hanno fatto niente. Nessuno dei tre tecnici è riuscito a plasmarli mentalmente e a dare quella scossa di cui necessitavano, c’era la necessità di avere un uomo di ferro, col pugno duro e che facesse sentire il peso di quello che portavano sulla maglia e soprattutto che avvertissero i malumori della piazza. Eppure, durante il Campionato molte le squadre italiane che hanno avuto dei cambi in panchina e, tutte le New entry sono riuscite a dare quel brio in più. C’è da chiedersi il perché questo non sia accaduto con tre cambi, ma quest’aura di mistero resterà per sempre un tarlo nella mente di tutti noi. Forse perché gli altri hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco e osare un po’ di più?
Si conclude oggi contro il Lecce il percorso degli ormai ex Campioni d’Italia, il peggior Napoli dell’era De Laurentiis e soprattutto possiamo scommettere che nessuno di noi si sarebbe mai immaginato un’annata del genere, non dopo aver riportato in città uno scudetto tanto atteso per 33 anni. Anche oggi è andata in scena al Maradona la cumbia della noia. Un primo tempo lento, noioso, soporifero. Passaggi no sense, articolati male e poco precisi. A differenza del secondo tempo che ha dato una concezione di una partita totalmente diversa, più attivi, svegli e soprattutto più motivati. Peccato per le tante occasioni sprecate.
E anche questo, resterà un mistero; perché un tempo giocato male e uno no?! Si doveva provare ad agganciare l’ultimo guanto di sfida. Vincere contro il Lecce, considerando il risultato favorevole dell’Atalanta. Si poteva e si doveva vincere per acquistare il posto in Conference League e allora, non resta altro che sperare nella sconfitta della Fiorentina, altrimenti ci sarà l’ennesima delusione.
Quest’oggi l’intera tifoseria saluterà il tricolore che, sulla maglia celeste aveva un ché di particolare e si era impossessato di una luce diversa e magica, un luccichio speciale, proprio com’è speciale la città partenopea e i tifosi qui presenti. Si spera che questo possa essere soltanto un arrivederci e non un addio più lungo.
Una gestione sbagliata sin dall’inizio, sin da quel giorno della conferenza stampa al Bosco di Capodimonte con la presentazione del tecnico francese Garcìa, eppure, si dovrebbe chiedere scusa e si dovrebbe ringraziare per i risultati portati in città, altrimenti oggi, staremmo parlando di un Napoli in serie B. Poi tutto è peggiorato. Nel giro di pochissime settimane. Neanche il tempo di godere e di mostrare con fierezza, orgoglio e dignità il vessillo che subito è stato scucito.
Partita dopo partita veniva via un pezzo di quella stoffa.
I tifosi ci speravano dopo il Twitter da parte del presidente in seguito alla partita vinta contro il Bologna, ci credevano in quel: “Napoli riparte da Bologna”, ma il Napoli in effetti non è mai ripartito.
Oggi, è inutile parlare di quello che è andato.
“Scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!”, ed è quello che la gente di Napoli oggi proverà a fare. Dimenticherà o meglio provare a dimenticare questo campionato, questa gestione errata e proverà a dare fiducia al nuovo anno.
E come la fenice risorge puntualmente dalle sue ceneri, così dovrà fare il Napoli dovrà risorgere e dovrà ritornare a brillare. E come potrebbe non brillare con la luce che sprigiona qui il sole di Napoli?
Per il prossimo anno si dovrà puntare sostanzialmente alla ricostruzione di un’intera squadra, partendo da Kvicha Kvaratskhelia. Lui, come la lampara che guida i pescatori la notte durante i loro viaggi in barca, ha guidato e illuminato il Napoli. Un giocatore sempre presente, sempre combattente, attivo e soprattutto sempre molto propositivo nelle azioni fondamentali.
Ed è intorno a Kvara che il Napoli deve saper ricostruire una nuova squadra.
C’è bisogno di prendere ora persone motivate, giovani e che hanno principalmente una gran voglia di vincere e mettersi in mostra per quello che sanno dare.
Ci sarà il bisogno di creare uno staff tecnico di altissimo livello e che, soprattutto potrà avere voce in capitolo, senza far intrommetere più il presidente in questioni che non gli dovrebbero minimamente interessare. E soprattutto di una degna preparazione atletica.
Con l’ultima partita si conclude ufficialmente anche il ciclo di tantissimi giocatori che sono stati dei punti cardini in questi anni. Il primo su tutti: Zielinski che, nonostante l’anno prossimo indosserà la maglia dell’Inter ha deciso di acquistare una casa a Napoli, un atto d’amore il suo. Piotr non verrà mai dimenticato nel cuore di chi l’ha voluto effettivamente bene e nessuno mai potrà dimenticare la sua esultanza “esasperata” e goduriosa su quel campo di Torino.
Pronti anche a salutare il capitano Giovanni di Lorenzo che quest’anno, purtroppo, non è riuscito a comportarsi come tale. Non si sa effettivamente il come e il perché abbia avuto una metamorfosi così negativa, o forse sì, il motivo c’è, ma non doveva assolutamente permettersi un crollo con la sua squadra, doveva anzi, risollevare ed essere un leader, dopo Spalletti.
Saluti finali anche per Victor Osimhen, un attaccante che per quanto possa aver influito, in maniera positivo sullo scudetto, quest’anno ha dimostrato che non è ancora maturo. Troppi gli errori. Troppi i fuorigioco e troppi i gol non concretizzati.
Da dover acquistare anche un portiere degno di nota e che dia fiducia tra i pali e ai compagni e, no un portiere che il più delle volte decide di non uscire dalla sua area piccola.
Se De Laurentiis vuole il bene di Napoli allora che si andasse a prendere subito Kim.
Si spera che il presidente sia già al lavoro per costruire la nuova squadra e soprattutto che in tempi abbastanza celeri annuncerà il nuovo allenatore che, stando alle voci di mercato dovrebbe essere Antonio Conte. Un nome che fa gola e che potrebbe riaccendere gli humour della piazza, ma col senso di poi, siamo sicuri che sarà l’uomo giusto? O è soltanto acquolina in bocca a causa del “grande nome”? Ricordiamo bene che qui, allenatori con un certo calibro, non funzionano. Non dimentichiamoci di ciò che accadde con Carlo Ancellotti.
Qualsiasi scelta verrà presa, andrà bene e verrà accolta con il massimo dell’entusiasmo, sappiamo bene che, il presidente non potrà permettersi un ennesimo passo falso.
Un anno negativo sì, fuori dalle competizioni europee, anche. Ma non potrà ripetersi il prossimo anno. Sarebbe fallimentare.
Quest’anno abbiamo perso tutto ciò che potevamo perdere, ma gli unici che non hanno perso sono i tifosi. Ed è al loro che va un grande applauso.
Tifosi che non solo hanno speso i loro soldi in abbonamenti, ma anche il loro tempo. Hanno rinunciato al fine settimana con le famiglie, i figli, pur di seguire il loro Napoli, la loro unica fede.
Tifosi che non si sono arresi mai, che non hanno mai lasciato lo stadio neanche quando era necessario. Non li hanno mai lasciati soli.
Arrabbiati sì, ma molto innamorati della loro maglia e, sperano che l’anno prossimo possano far ritornare il Maradona una bolgia di emozioni e di adrenalina.
E che gioia, lacrime di felicità ed esultanza possano essere gli obiettivi per il prossimo anno!!