NAPOLI – “In Italia esiste intolleranza verso il diverso. I politici ne sono responsabili. Questo non è il paese del fare. L’intolleranza nasce da insoddisfazioni personali. L’episodio che ha visto coinvolto Juan Jesus può essere determinato in funzione di frustrazioni personali. Ma bisognerebbe prevalere anche il concetto dell’accoglienza. Ad un certo punto la superiorità fa sì che uno debba anche accondiscendere all’accettazione di certi sgarbi subiti in nome della libertà e dell’assoluta trasparenza”, queste le parole di Aurelio De Laurentiis il presidente del Napoli durante il convegno: “L’Italia è un paese razzista?”, svolto quest’oggi presso il centro commerciale Jambo di Trentola Ducenta. All’incontro presenti anche: Mimma D’Amico, responsabile centro sociale ex Canapificio di Caserta, Mamadou Kouassi, cui è ispirato il film “Io Capitano” che ha vinto il David di Donatello, Juan Jesus,calciatore SSC Napoli. In collegamento anche l’ex giocatore del Napoli, Kalidou Koulibaly.
Al centro della discussione la tematica del razzismo, purtroppo ancora vigente in campo. A prendere la parola anche Juan Jesus, in merito a quanto accaduto con Acerbi: “Acerbi? Io ho provato a essere superiore a fine partita. La mia carriera parla per sé, sono sempre stato corretto, a differenza sua con episodi che ci fanno pensare cose diverse. Ma poi lui mi voleva smentire nonostante io lo avessi tutelato e protetto. Passare per bugiardo mi è sembrato esagerato. Oggi metto un velo pietoso su questa situazione, devo andare avanti ed essere intelligente ed esempio per i miei figli e per gli altri. Se succedono di nuovo cose simili dobbiamo essere superiori”.
Continua il discorso il patron del Napoli dichiarando:“Non si parla di esistenza di doppio stato? Se questa è la nostra natura snaturata, è difficile poi educare le persone. I bambini di razzismo non hanno nulla, sono in classi miste, giocano con tutti. Poi man mano che si cresce…il bullismo ad esempio è conseguenza di un razzismo all’interno comportamentale di frequentazione di altri simili anagraficamente parlando. Alla base c’è uno stato che non ha mai funzionato e non sta funzionando, un problema educazionale nelle famiglie che devono lavorare per portare un doppio stipendio a casa e non possono tutelare con la loro presenza la crescita dei loro pargoli, i quali risentono poi di quell’assenza. La scuola da sola non bastano e non è adeguata perché ha professori che non sono in grado di educare in modo moderno i nostri ragazzi e quindi i problemi sono molteplici. Criticare è facile, il problema è trovare cosa fare per non poter più criticare”.
L’Ufficio Stampa del Napoli non ha permesso ai giornalisti presenti di fare domande mirate in merito al nuovo allenatore e a come sarà il Napoli del futuro, ma ADL non ha perso tempo e nonostante non l’abbia menzionato esplicitamente dichiara che: “Non è che non gliela dico, non gliela posso dire perché i prossimi dieci giorni saranno decisivi dopo aver fatto tutte le opportune, necessarie valutazioni. Non deve vincere il tifo ma l’equità del ragionamento”.
E quindi, non ci resta che aspettare questi dieci giorni e vedere cosa potrà accadere!