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Napoli

Napoli alla ricerca di un turismo diverso

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NAPOLI – Palazzo Sirignano in procinto di diventare un albergo extralusso, Marriot che mette sotto il suo marchio il Reinassance Hotel, grandi marchi – internazionali come Starbucks o nostrani come Crazy Pizza – che cercano e/o trovano il proprio spazio in città. Il boom turistico di Napoli, che è esploso in città non certo senza complessità, colpisce il circuito dell’hospitality internazionale.

Del resto, già durante l’ultima BMT (Borsa Mediterranea del Turismo) si è ribadito durante l’incontro con i buyer di tutto il mondo di come la sinergia pubblico – privato stia concentrando i suoi sforzi per promuovere l’offerta di lusso della città. La sfida, insomma, è saper trasformare l’attuale turismo “mordi e fuggi” in qualcosa di più strutturato e capace di portare all’ombra del Vesuvio un turista non solo con importanti disponibilità di spesa, ma che possa essere attratto anche da un’offerta diversa rispetto al centro città. Soprattutto per intercettare un turismo di ritorno, che è l’altra grande sfida che da sempre rimbalza in città tra gli operatori di settore.

Una richiesta, quella di nuove esperienze, che già è in crescendo. Stando ai dati della piattaforma Seaside Napoli, che offre prenotazioni di imbarcazioni di lusso per eventi nel Golfo, “le prenotazioni sono triplicate negli ultimi cinque anni. E considerando che per due anni siamo stati praticamente fermi, si tratta di un trend che ha sorpreso nella sua forza anche noi addetti ai lavori”.

“Si tratta – spiegano i fondatori – di un mercato in crescendo. Sul nostro portale di prenotazioni si stanno moltiplicando le richieste per eventi privati in barca, specialmente gli aperitivi in barca al tramonto. Dalla nostra esperienza sul campo possiamo confermare che la narrazione sta cambiando, in linea con i tempi: meno pizzette a portafoglio, più voglia di creare ricordi memorabili, mattoncini di memoria indelebili, vivendo e prendendo il meglio di un luogo da posizione privilegiata. Meglio ancora se nel lusso e nell’eleganza, un po’ come nelle commedie romantiche americane”.

Non sono però gli italiani quelli maggiormente attratti da un’esperienza sul golfo al calar del sole. “È vero che le richieste sono in aumento trasversalmente, ma gli stranieri sono di gran lunga più interessati dei nostri compaesani. Su tutti statunitensi, spagnoli, inglesi”. E se c’è chi vuole la barca tutta per sé (in particolare gli europei dell’est) c’è chi invece è disposta a condividere l’esperienza con sconosciuti assicurandosi un posto a bordo (in particolar modo gli europei). “Molti di loro vivono il mare di Napoli come estensione del centro della città e non è inusuale vedere gli stessi gruppi dei tour privati fare poi serata in contesti più popolari. La dimostrazione plastica che la geografia del turismo è più complessa di quello che uno può immaginare e che c’è bisogno di mettere a sistema l’intera filiera per poter governare un trend che ci sta premiando più perché siamo belli che perché siamo bravi”.

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