“E’ venuta alla luce una fase molto più antica della villa che avevamo conosciuto negli scavi degli ultimi 20 anni. Nel senso che viene certificata alle spalle della villa, la presenza di strutture che sono state utilizzate come deposito di anfore. Questo settore, dove stiamo scavando, è un settore colpito dall’eruzione del 79 d.C. ed è ancora più importante osservare che questo settore si sviluppa al di sotto di cinque forni che probabilmente servivano per produrre calore all’interno di una struttura che poteva essere di tipo termale. Lo scavo di questa zona non è ancora completato. Trarre delle conclusioni potrebbe portarci ad una visione errata della situazione ma è certo che è molto importante constatare la presenza di una fase più antica, di una fase monumentale, di una fase che lascia predisporre probabilmente l’esistenza di una terma di notevoli dimensioni”. Lo ha affermato l’archeologo Antonio De Simone, in merito agli scavi archeologici in corso a Somma Vesuviana, nel napoletano.
A Somma Vesuviana, dove è in corso la missione archeologica sotto la guida dell’Università di Tokyo, in collaborazione con il Suor Orsola Benincasa di Napoli.
Dunque sono ben cinque le fornaci di epoca augustea portate alla luce e quasi tutte nell’ultima campagna conclusasi qualche giorno fa.
Ieri la Villa Augustea ha fatto registrare un altro flusso di visite importanti, in occasione delle aperture straordinarie, con ben 500 persone in meno di cinque ore. Si bissa oggi con altra apertura dalle ore 9 e 30 alle ore 12 e 30 e anche dalle ore 15 e 30 alle ore 17 e 30.
Le aperture verranno replicate in occasione delle Giornate Nazionali del FAI del 12 e 13 Febbraio.
E’ un sito che attira studiosi da tutto il Mondo!
“Questo sito monumentale ha attirato studiosi da tutto il mondo che da tanti anni si interrogano e studiano sulle stratigrafie osservabili, l’azione ripetuta delle eruzioni del Vesuvio – ha dichiarato Giuliana Alessio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, presente a Somma Vesuviana in occasione della passeggiata geo – archeologica, al sito della Villa Augustea – attraverso le quali si sta datando e risalendo alla prima costruzione di questo impianto e agli usi successivi, di importanza notevolissima per i reperti che sono stati trovati, per le attività agricole, di produzione vinicola e continua ad affascinare con nuove scoperte. Questo sito è un cantiere, a differenza di altri siti archeologici è uno scavo a cielo aperto e dunque riserva ancora tante sorprese e tante nuove scoperte sia dal punto di vista archeologico. Ci sono evidenze di eruzioni, soprattutto del 472 d.C., eruzione subpliniana con evidenze nom solo di depositi di deflusso, ma anche evidenze di deposito di frane che sono succedute alla mobilizzazione dei quantitativi enormi di ceneri e di prodotti sciolti presenti sulle pendici del Vesuvio, frane delle quali si vedono stratigrafie e delle sezioni esposte molto evidenti e molto cospicue”.
L’Amministrazione Comunale sottolinea l’importanza di fare rete con la Soprintendenza partendo dal territorio.
“Il contributo del Comune, lo sforzo del Comune, è stato determinante, al fine di garantire gli scavi ed è stato determinante anche l’impegno proveniente dagli imprenditori, dal territorio che crede nella riqualificazione. Confidiamo nella Soprintendenza ed in un rapporto collaborativo. Somma Vesuviana sta profondendo un grande sforzo ed annunciamo che il 12 e 13 Ottobre, per la prima volta – ha affermato Salvatore Di Sarno, sindaco di Somma Vesuviana, nel napoletano – apriremo tutto il Patrimonio Culturale di Somma Vesuviana e lo faremo in contemporanea, in occasione delle Giornate Nazionali del FAI. Riapriremo la Villa Augustea, apriremo il Castello di Lucrezia D’Alagno ed escursioni ci saranno alle cripte ipogee del Complesso Monumentale di Santa Maria del Pozzo, il Museo Contadino, la chiesa de La Collegiata con affreschi del ‘600! ”.
