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“Banda minima garantita”, un libro che unisce la musica e l’amicizia

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Esce il libro della band “Banda Minima Garantita”, edito da Edizioni Jolly Roger, che celebra vent’anni di musica e amicizia. Quest’opera non è solo un racconto di aneddoti e momenti chiave delle performance del gruppo, ma anche una riflessione intensa su cosa significa realmente fare musica insieme. Attraverso le pagine, i lettori possono scoprire come la passione per la musica possa trasformare semplici colleghi di lavoro in compagni di un viaggio straordinario, superando la semplice esecuzione musicale per approdare a una vera condivisione di vita

Il libro è arricchito dall’introduzione di Lisa Di Giovanni, giornalista e scrittrice, che imposta un tono riflessivo e coinvolgente per l’intera narrazione. Le dinamiche interpersonali, i successi, le sfide e l’evoluzione del gruppo sono narrati con uno stile frizzante e scorrevole che rende il lettore un testimone quasi partecipe delle loro serate e delle loro performance. “Banda Minima Garantita” è un inno alla gioia di fare musica e un’ode all’amicizia, mostrando come le note possano essere il collante di relazioni durature e significative. È un testo essenziale per chiunque veda nella musica non solo arte, ma uno spazio di espressione e di crescita personale.

La musica ha il potere straordinario di connettere le persone, e “Banda Minima Garantita” è un tributo vivido a questo potere. Il libro, pubblicato da Edizioni Jolly Roger, racconta la storia di un gruppo di musicisti amatoriali che, partendo da una semplice iniziativa di team building aziendale, hanno tessuto una trama di amicizia e condivisione lunga vent’anni. Con una narrazione che fluisce attraverso aneddoti e riflessioni personali, il libro si presenta non solo come un racconto delle loro avventure musicali, ma anche come una riflessione.

Il libro si apre con una prefazione che introduce i lettori alla natura quasi casuale, ma decisamente fortunata, della formazione della band. Da qui, il lettore viene portato attraverso i vari capitoli che dettagliano le origini del gruppo, le scelte del repertorio, le dinamiche di gruppo durante le prove, le performance live ei momenti particolari che hanno segnato la loro carriera. La struttura del libro è ben organizzata, offrendo una chiara sequenzialità degli eventi e una profonda immersione nelle esperienze.

Uno degli aspetti più affascinanti del libro è la sua capacità di catturare l’evoluzione del gruppo. Dai primi giorni di incerte jam session nei garage alla formazione di una band coesa che si esibisce regolarmente, il libro esplora come la passione congiunta per la musica possa superare le differenze personali e professionali. La narrazione è arricchita da episodi che illustrano non solo i successi, ma anche le sfide e i conflitti interni, rendendo il racconto autentico e riconoscibile.

In sintesi, “Banda Minima Garantita” è un’opera che tocca il cuore di chiunque creda nell’arte come espressione di vita condivisa. È un promemoria che la musica non è solo un passatempo, ma un viaggio emotivo che trascende le note e si radica nelle relazioni che costruiamo con gli altri. Questo libro è consigliato a chiunque sia appassionato di storie di musica e amicizia, offrendo uno sguardo intimo su cosa significa realmente vivere e respirare musica insieme.

Banda minima garantita, un libro che parla di amicizia ma anche di musica. Come nasce l’idea?

“Emilio Ripani, chitarrista del gruppo, per primo pensò che nel 2024 il gruppo avrebbe compiuto venti anni di attività; condivise il pensiero con Antonio De Santis, bassista, ed insieme cominciarono ad accarezzare l’idea di festeggiare con una serata – concerto, magari in una location importante. Dopo aver condiviso l’idea con il resto del gruppo, ne parlarono con Lisa Di Giovanni, collega di entrambi in Telecom Italia, giornalista ed esperta di eventi, la quale propose l’idea di scrivere un libro in cui raccontare questi venti anni”.

Quant’è importante il lavoro in una band e soprattutto qual è l’elemento che non deve mai mancare in una band?

“Il lavoro costante è fondamentale: l’affiatamento, la volontà di progredire e di costruire qualcosa di positivo, sono obiettivi raggiungibili solo attraverso il lavoro continuativo, soprattutto se, come nel nostro caso, si parla di musicisti amatoriali. Sulla base della nostra esperienza possiamo dire che l’elemento fondamentale e che non può mancare, è la passione per ciò che si fa, nel caso specifico, per la musica: si tratta dell’ingrediente che, nel tempo, ha spinto tutti noi a superare le inevitabili difficoltà, di natura tecnica ma anche e soprattutto di tipo relazionale”.

Come nasce il nome della band e soprattutto chi è il creatore?

“Dopo molto pensare, l’idea del nome nasce da Emilio, si .. ancora lui, che pensò di coniugare l’idea della “Band” (Banda) alla comune origine “lavorativa” di alcuni di noi (Telecom Italia).”

Vent’anni di successi, un percorso lungo fatto anche di cose positive e negative. Le andrebbe di racchiudere in poche righe questi 20 anni?

“Venti anni durante i quali il gruppo è nato e si è sviluppato, soprattutto grazie alla passione per la musica cha ha generato lo stimolo per riuscire a lavorare con costanza, sia individualmente e sia in gruppo. Non abbiamo pubblicato brani o partecipato a manifestazioni importanti e di grande visibilità, il nostro successo è stato, semplicemente, di riuscire ad esibirsi in pubblico in modo via via sempre più credibile ed in situazioni sempre più importanti, riuscendo, nel tempo, a veicolare emozioni verso il pubblico. Ci sono state molte cose positive e, naturalmente, anche cose negative: ancora oggi si verificano entrambe ma la bilancia, continua ad essere sbilanciata verso le cose positive. La vita di un gruppo di sei persone che condividono un progetto, inevitabilmente, non è sempre “rose e fiori””.

Come nasce l’esigenza di scrivere un libro e soprattutto come vi siete divisi il lavoro di stesura?

“L’esigenza era di suggellare, in qualche modo, i venti anni di attività; non si era affatto pensato ad un libro: l’idea è stata suggerita da Lisa Di Giovanni. La stesura del racconto è avvenuta in modo molto spontaneo: ciascuno di noi ha proposto ciò che ricordava, rappresentando il proprio sentimento: l’intensità della passione nel tempo, la disponibilità temporale e la possibilità di riorganizzare i ricordi e le riflessioni sul vissuto, per ciascuno di noi, hanno determinato il volume dei contribuiti. In linea generale, quindi, ogni capitolo e ogni paragrafo, sono il risultato dell’idea e dello sviluppo di uno dei componenti del gruppo anche se non mancano sezioni del libro scritte a più mani. Anche l’attività di rivisitazione generale, prima del “Visto si stampi”, per garantire una maggiore efficacia, è stata eseguita da più persone”.

Quant’è importante la musica oggigiorno?

“A nostro avviso, oggi il carattere della musica, è di natura più volatile, rispetto al passato. Le persone della nostra generazione hanno avuto il privilegio di vivere in un periodo ricchissimo di musica di qualità che, in analogia alla musica “dotta”, sopravvive brillantemente. Per questo motivo, oggi, complice anche una stabilità economica continuiamo a comperare e a collezionare CD mentre i più giovani ascoltano gli “streaming”.

Un libro che parla di amicizia. Un sentimento che oggigiorno si tende a sottovalutare, secondo lei perché è accaduto ciò? Ma un libro che parla anche di “fare gruppo”, quant’è importante fare gruppo e quanto può servire alla crescita delle persone?

“La nostra esperienza ci dice che i miglioramenti tecnici e qualitativi della musica che proponiamo, che oggi ci vengono riconosciuti, siano da ricondurre certamente alla passione, allo studio individuale e di gruppo, ma anche e soprattutto all’instaurarsi di una dinamica di gruppo virtuosa, alla capacità di ascoltarsi, di recepire i consigli, alla volontà di comprendersi. Tutto questo, oggi non si verifica frequentemente, sia per effetto del tipo di vita che si vive ma anche a causa di una società sempre più chiusa su se stessa”.

Quale cantante, i giovani dovrebbero minimo ascoltare una volta nella vita e per quale motivo?

“È una domanda difficile cui rispondere perché gli esempi da considerare virtuosi e significativi potrebbero essere tanti e la scelta sarebbe comunque influenzata dal gusto personale … per fare un nome, possiamo dire Frank Sinatra, “The Voice”? Voce curatissima, splendida timbrica, grande tecnica esecutiva …. tutte cose che fanno pensare a grandi doti e a tanto, tanto lavoro alle spalle (senza Autotune!!) Oppure potremmo anche citare Demetrio Stratos per le sue capacità innovative e di sperimentazione, oltre che per la sua personalità”.

A Roma, c’è stata la prima presentazione del libro. Può raccontarci l’emozione, il dietro le quinte e le aspettative che avevate su questa serata?

“Le emozioni per questa serata sono state, indubbiamente, diverse dal solito: è stata come una prima volta, infatti, non si è solo trattato di suonare e presentare i nostri brani al pubblico, ma di presentare il nostro libro, il risultato di un percorso per noi nuovo; inizialmente, nel gruppo, non tutti credevano che la cosa fosse possibile e solo pensare di poter organizzare e partecipare ad un evento del genere sembrava fantascienza”.

Come vivete il vostro “dietro le quinte”, in attesa di salire sul palco?

“Ognuno di noi ha le sue abitudini: c’è chi si concentra per superare l’ansia che precede il palcoscenico, chi prova a condividere con gli altri gli ultimi immancabili dubbi, chi guarda verso il pubblico cercando qualche invitato particolare, chi passeggia nervosamente per ingannare il tempo, comunque è sempre un’atmosfera di attesa mista ad emozione e gioia”.

Avete in mente altri progetti editoriali? Se sì, quali?

“Al momento è un po’ prematuro parlare di altri progetti editoriali, certo, questa prima esperienza ci ha molto galvanizzato, oltre che introdotto in mondo, quello della scrittura, per noi praticamente sconosciuto… vedremo in futuro”.

Ci sarà qualche tour? Se sì, in quale città?

“Al momento abbiamo già pianificato per il 17 novembre p.v., un’altra data di presentazione del libro a Roma presso il FONCLEA. Complice la collaborazione del nostro editore Jolly Roger, però, stiamo anche pensando di estendere l’area di presentazione del libro e di esibizione oltre i confini della nostra città/regione, cosa che in passato ci è riuscita poche volte”.

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