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Poggiomarino, scambio elettorale politico – mafioso: 3 arresti (VIDEO)

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POGGIOMARINO – Per delega del Procuratore Distrettuale di Napoli, si comunica che i militari del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata hanno eseguito una ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di tre persone gravemente indiziate del reato di scambio elettorale politico-mafioso, con l’aggravante dell’avvenuta elezione di due dei partecipi.

In particolare:

– gli indagati -in concorso tra loro- avrebbero partecipato ad uno scambio elettorale politico-mafioso in occasione delle consultazioni elettorali per le elezioni degli organi di governo cittadino indette nel comune di Poggiomarino il 20 e il 21 settembre 2020;
– il clan Giugliano, attivo sul territorio comunale, tramite un proprio esponente apicale, previo accordo con gli altri indagati, avrebbe esercitato la propria forza di intimidazione ed influenza criminale al fine di condizionare le preferenze di voto, dietro promessa, ad elezioni concluse, di ottenere l’erogazione di denaro proveniente dall’affidamento di appalti pubblici o altre utilità.

“Gli arresti di oggi segnano una svolta drammatica nella storia politica di Poggiomarino. L’inchiesta che ha portato all’arresto del sindaco Maurizio Falanga e del suo vice si basa su gravi accuse di voto di scambio politico-mafioso, mettendo in luce una presunta connivenza tra politica e criminalità organizzata. Le rivelazioni del boss pentito, Rosario Giugliano, erano già un campanello d’allarme inquietante. Le sue dichiarazioni, risalenti a dicembre scorso, paventavano accordi tra politica locale e clan, accordi che come Partito Democratico avevamo già denunciato, grazie a Sandro Ruotolo e alle interrogazioni parlamentari presentate da Marco Sarracino e Arturo Scotto. Con gli arresti di oggi, la Magistratura arriva prima del Governo. Per Poggiomarino, questa è una brutta pagina della sua storia politica e amministrativa. Nemmeno durante i periodi più difficili della guerra di camorra si era giunti ad arrestare i vertici amministrativi locali” – ha dichiarato Giuseppe Annunziata, segretario metropolitano del PD, che nel 2020 guidava da candidato sindaco la coalizione di centrosinistra sconfitta da Maurizio Falanga.

“La camorra non ha bandiere, se non quella del potere, dei soldi e del sangue, sceglie le strade che le vengono spianate. La direzione in cui decide di svoltare non dipende da ideologie ma piuttosto dalla convenienza del momento e delle opportunità che vengono offerte. Purtroppo sempre più politici aprono le porte ai clan.

 Ci sono territori dove gli amministratori, nonostante l’evidenza dei fatti, negano addirittura l’esistenza della camorra. Siamo in una fase storica terribile. A pensar male si fa peccato? Non più grande di quello commesso da chi fa affari con le mafie”- queste le parole del deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

 

Questa mattina il sindaco di Poggiomarino Maurizio Falanga è stato arrestato. Altre due persone risultano indagate. Per tutte l’accusa è di aver manovrato le elezioni amministrative 2020. La rete di Libera contro le mafie sulla questione di presunte infiltrazioni e sulla trasparenza e l’etica nelle pubbliche amministrazione già lo scorso 23 dicembre aveva alzato l’attenzione con l’evento pubblico “Voce Libera: un dialogo sulla legalità nelle istituzioni” con microfono aperto in piazza a Poggiomarino. Durante quella stessa iniziativa il primo cittadino si limitava ad osservare a debita distanza il susseguirsi di interventi di persone impegnate nel mondo del terzo settore e della scuola del territorio.

“Lo scioglimento del Comune di Poggiomarino segna la strada pericolosa che si ripete in tanti altri comuni del napoletano: il connubio di relazioni con i clan di camorra per condizionare il voto e, subito dopo, la vita e lo sviluppo dell’intera città”. A dichiararlo il referente regionale di Libera, Mariano Di Palma.

“Siamo preoccupati per Poggiomarino. Osserviamo la qualità etica e civica della classe dirigente locale che senza remore, pare, si faccia corrompere da chi rende arido il futuro della nostra città. L’educazione è una delle prime strade, non solo del contrasto alle mafie, ma anche per creare anticorpi democratici a quanto sta succedendo. In attesa della verità giudiziaria, nostro compito è quello di non abbassare l’attenzione e creare occasioni per i più giovani per creare coscienza critica e cura del bene comune al fine di rigenerare le nostre istituzioni locali come provato a fare in questi anni con le realtà della nostra rete”. A dirlo la referente del locale presidio di Libera “Abed Manyami”, Annette Palmieri.

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