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Al Teatro Civico 14, “Anonimasequestri”, spettacolo vincitore del Premio Scenario 2023

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CASERTA – Sabato 16 novembre 2024, ore 20.00, il Teatro Civico 14 di Caserta ospita una delle produzioni più originali e provocatorie della scena teatrale contemporanea: Anonimasequestri. Il lavoro, al debutto al Teatro Civico 14, è un’anteprima della performance che ha vinto il Premio Scenario 2023. Il progetto è ideato e diretto da Leonardo Tomasi, in scena Federico Giaime Nonnis, Daniele Podda, lo stesso Tomasi e un ostaggio. A curare la parte drammaturgica, Sonia Soro, anche assistente alla regia; mentre il disegno luci è affidato a Elia Porcu. La cura della produzione è di Francesca Bettalli e Elena Tedde Piras, con la documentazione video di Ivan D’Alì e fotografie di Agostino D’Antonio. Anonimasequestri è una coproduzione del Teatro Metastasio di Prato e di Sardegna Teatro.

Lo spettacolo racconta con ironia e cruda realtà le vicende di due trentenni sardi che, tra provini per fiction sul banditismo e spot turistici, cercano di sbarcare il lunario. Ispirati da un contorto senso identitario, e armati di birre Ichnusa e orgoglio sardo, organizzano sequestri fittizi per gioco, in omaggio ai fasti di una Sardegna che non esiste più. In un gioco metateatrale che mescola documentario, commedia e citazioni del cinema poliziottesco anni ’70, i protagonisti preparano, studiando piani e battute, la loro prossima “azione”. Il pubblico, complice e “sequestrato”, diventa testimone di una riflessione ironica e, allo stesso tempo, inquietante sull’identità, la cultura popolare e la perversione del potere. Il tutto sotto il segno di una “banda criminale” che si ritrova a tavola, tra patatine, birre e chiacchiere, per riflettere su cosa accade quando il gioco si fa troppo serio.

 

«Sequestrare una persona significa restare con lei, prendersene cura, parlarci sempre a volto coperto e camuffando la voce. Sequestrare significa essere sequestrati. È una dichiarazione d’amore», spiega Leonardo Tomasi, il cui lavoro in Anonimasequestri si fa carico di un’analisi ironica ma profonda delle dinamiche di potere e delle identità culturali. L’opera, attraverso la figura del sequestratore che si fa prigioniero della sua stessa finzione, esplora un tema universale: quello della ricerca di sé attraverso il paradosso. «Ci troveremo a fare i conti con il nostro passato e, forse, a vederci da fuori. Ma finché restiamo seduti a tavola, il nostro destino è già scritto», conclude Tomasi, anticipando una riflessione che non è solo su un’isola, ma sulla condizione umana in generale.

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