NAPOLI (Di Anna Calì) – Di settimana in settimana la rassegna cinematografica “Una nuova speranza” raccoglie sempre più successo. Come il giovedì porta gli gnocchi sulla tavola, il mercoledì porta il pubblico al Teatro Alfieri di Marano: un appuntamento fisso, con meno farina ma più spettacolo! Nella terza serata la produzione del Nano Film ha scelto ancora una volta di raccontare la città di Napoli con i titoli: “Due battiti” e “Gatta Cenerentola”.
In Due Battiti, Napoli è una presenza viva e pulsante, che ispira e dialoga con Matilde, la protagonista.
Artista in crisi creativa, Matilde attraversa un periodo di profonda introspezione in cui sogno e realtà si intrecciano.
La scoperta della maternità, con il suo carico di ignoto e meraviglia, trasforma la sua relazione con l’arte e la vita. La città, qui, è tanto uno spazio fisico quanto un universo onirico che riflette le sue emozioni, in un racconto intimo e simbolico del passaggio da figlia a madre.
In Gatta Cenerentola, invece, Napoli si rivela attraverso le sue maschere. Pur non essendo mai mostrata apertamente, la città emerge dai dettagli: la nave Megaride diventa metafora di un porto di possibilità, intrighi e speranze tradite. La stratificazione visiva – cenere, detriti, polvere – è lo specchio di una città che convive con i fantasmi del passato, ma non smette mai di immaginare il futuro.
Entrambi i film esplorano temi universali attraverso una prospettiva profondamente napoletana. Due Battiti indaga il mistero della creazione – sia artistica che umana – trovando nel rapporto con la vita nascente una nuova linfa creativa. La maternità diventa una metafora potente: un viaggio nell’ignoto che dà senso al caos.
Gatta Cenerentola, invece, affronta il tema della legalità e della corruzione, raccontando una favola noir moderna. La Napoli rappresentata da Rak è oscura, attraversata da giochi di potere, ma lascia intravedere una speranza di riscatto. La lotta tra bene e male si traduce in un linguaggio visivo straordinario, dove ogni tratto e colore evoca la stratificazione sociale e culturale della città.
Ciò che rende uniche queste opere è la loro capacità di utilizzare l’animazione come mezzo per superare i confini del reale. In Due Battiti, il mondo onirico di Matilde offre una libertà narrativa che sfuma le barriere tra sogno e veglia. In Gatta Cenerentola, la tridimensionalità immersiva e la potenza visiva del disegno stratificato donano alla storia un’intensità emotiva rara.
Entrambi i film dimostrano che l’animazione non è un linguaggio “minore”, ma un mezzo capace di raccontare storie complesse, intrecciando realtà, mito e immaginazione. Napoli, con la sua anima caleidoscopica, è la cornice ideale per queste narrazioni, confermandosi come un laboratorio inesauribile di sogni e trasformazioni.
In sala presente ad assistere alla serata Marino Guarnieri che dichiara: “Il punto di svolta sia del corto che del lungo è Napoli, che è il filo di congiunzione per tutti i partenopei; infatti i napoletani quasi mai lasciano la propria città e, chi lo fa, invece decide di farsi “adottare” dall’altra città. Entrambi parlano di una Napoli diversa, infatti, il mare non è mai presente ma è vista come una cosa desiderata. È importante raccontare la storia per chi come me è nato come disegnatore, ma ho capito che alla fine dopo aver fatto un lungo percorso, ho compreso che è importante raccontare”.