“La Festa dell’Albero non deve essere solo un momento di passarelle, ma può e deve essere un momento di confronto e analisi su come si sta procedendo riguardo gli appuntamenti e le scadenze previste e fissate dall’Europa, e non solo, con il New Green Deal e il PNRR. Si deve accelerare nella manutenzione e nella progettazione di qualità del Verde urbano ed extraurbano, dei Parchi, delle Foreste, dei Boschi e dei Giardini del Nostro “Bel Paese”, per questo sono auspicabili meno greenwashing e annunci di facciata, ma una programmazione reale e coordinata della messa a dimora degli alberi necessari da qui al 2030 e al 2050, coinvolgendo tutti gli attori del settore, Vivaisti, Agronomi, Forestali, Imprese Green, Istituzioni e Associazioni, perché sia chiaro a tutti – dichiara Alberto Patruno Direttore Generale di ASSO.IMPRE.DI.A. – che l’albero non è un prodotto industriale, ma deve essere programmato, piantumato e per poter crescere deve avere delle precise caratteristiche e avere un diametro, il che permette alla pianta anche di soddisfare i canoni per assorbire le polveri sottili, anidride carbonica ed altro. Continua – Patruno – mi auguro che queste iniziative siano da stimolo per tutte le Istituzioni competenti e che queste trovino e recuperino il tempo perduto per urgente riforestazione dei nostri territori”.
La domanda è legittima ma i 1.000 miliardi di alberi entro il 2030: sono, saranno una realtà? Credo di No e prendo una vecchia, ma attualissima dichiarazione di Francesco Ferrini, professore di Arboricoltura generale e Coltivazioni arboree all’Università di Firenze, che in poche righe spiega come sia impossibile: se partiamo dallo spazio: «Se prendiamo un tiglio, il cui raggio della chioma raggiunge i 5 m a maturità, lo spazio occupato dalla chioma è di circa 78 mq. Per mantenerla verde e fotosinteticamente attiva per tutta la sua profondità, bisogna lasciare almeno un metro in più rispetto al raggio della pianta da adulta. L’area che serve è di circa 113 mq: fanno circa 85-90 piante per 10 000 mq, un ettaro. Se per semplicità calcoliamo 100 alberi per ettaro e moltiplichiamo la superficie necessaria a ogni pianta per il numero di alberi si arriva a 100 mln di kmq: 10 volte il Canada, il 70% delle terre emerse». Improponibile. Ma se anche sgomberassimo tre quarti del Pianeta per fare spazio alle nostre buone intenzioni, ci condannerebbe il tempo:
«Piantando 100 mln di alberi a settimana, servirebbero 192 anni. Con rese del 50%, 384 anni!». Diamo i numeri. Ridimensionate le pretese, però, chiediamoci ora se e quando piantare alberi sia una strategia ambientale cruciale come si pensa. «Piantare alberi non ha senso senza un programma a lungo termine su dove, quali, perché», prosegue Ferrini. E aggiunge: «Se parliamo di forestazione urbana o periurbana, per ridurre l’effetto serra, non si può delegare la soluzione soltanto agli alberi. Serve un nuovo stile di vita e un nuovo modello di sviluppo della città, che la liberi da auto e parcheggi, riporti alla luce e rigeneri il suolo, favorisca la ruscellazione naturale, riduca densità abitative, isole di calore e disboscamenti da agricoltura e allevamenti intensivi, industria, logistica».
“La nostra Associazione ASSO.IMPRE.DI.A. sarà presente ed interverrà venerdì 22 novembre a Padova all’evento: “Foreste in comune: strategie di forestazione urbana per il cambiamento climatico” promosso dal Comune di Padova e organizzato Paysage Topscape, presso l’auditorium Centro Culturale Altinate di San Gaetano in Via Altinate, 71 dalle h. 9:00-18:00, è sarà l’occasione non solo per festeggiare “La Giornata Nazionale degli Alberi”, ma anche un momento di confronto e stimolo sul tema della programmazione e manutenzione degli alberi, consapevoli che l’Italia tra i grandi Paesi europei, è seconda per copertura forestale, pari, con 11 mln di ettari, al 37% della sua superficie – dichiara Alberto Patruno Direttore Generale di ASSO.IMPRE.DI.A.”, ma nel contempo abbiamo un territorio frammentato tra nuclei storici, siti industriali, strade e ferrovie, che richiede interventi più articolati della mera piantagione”.
“La soluzione non può essere neanche di piantare alberi su tetti e balconi, né alberare strade e autostrade con alberi baby, che richiedono decenni per assorbire quantità significative di CO2, – aggiunge Massimo Lucidi Presidente della Fondazione E-novation e Responsabile delle relazioni internazionali di ASSO.IMPRE.DI.A. – ma invece c’è bisogno di serietà e concretezza da parte di chi è chiamato a controllare la vera realizzazione di questi interventi”.
“La nostra associazione annuncia, dopo il grande successo a Napoli, Milano, Roma, Livorno e Bari, ultima tappa della nostra “Passeggiata per l’Italia” del 2024 dal titolo “Il Verde e la salute sono il futuro delle nostre Città” – conclude Melissa Rava Presidente di ASSO.IMPRE.DI.A. – convegno dedicato al verde urbano, alla sostenibilità e alla salute nelle città, che si terrà il prossimo 28 novembre, si svolgerà all’interno del Sikania Garden Village a Randazzo (CT) in contrada Statella”.