“L’allarme lanciato è di grande attualità. Tra le diverse forme di obesità, il Disturbo da Alimentazione Incontrollata che sta per Binge eating disorder con acronimo BED, rappresenta una realtà spesso sottovalutata e poco conosciuta, ma con un impatto significativo sulla salute psicologica e fisica dei pazienti. Il BED, caratterizzato da episodi ricorrenti e incontrollati di consumo eccessivo di cibo, rappresenta un fattore di rischio importante nello sviluppo e nel mantenimento dell’obesità.
Ogni anno ricoveriamo almeno dai 700 agli 800 pazienti e l’88% è interessato da Disturbo da Alimentazione Incontrollata. Il paziente, la persona, frequentemente ha delle compulsività incontrollate verso il cibo e quindi, durante la giornata, anche in orari indifferenti, esegue delle vere e proprie abbuffate ingerendo senza appetito ingenti quantità di cibo fino a gonfiarsi a tal punto da sentirsi male. Nel momento in cui si esaurisce questo momento in cui mangia in modo incontrollato, il paziente capisce di avere fatto qualcosa di sbagliato per il proprio benessere e si instaura anche un senso di colpe, una sindrome depressiva che va a rafforzare ancora di più la sindrome depressiva. Con il progetto Rinascere affrontiamo la patologia in tutti i suoi aspetti.
E’ un progetto tra i primi in Italia, in quanto ha la particolarità di curare il Disturbo da Comportamento Alimentare che è definito anche Disturbo della Concezione dell’Alimentazione attraverso la degenza e in day hospital”. Lo ha affermato dott.ssa Ermenegilda Pagano, Direttrice del progetto Rinascere, centro specializzato anche nella diagnosi e cura di patologie legate al disturbo dell’alimentazione definito Binge Eating Disorder, presso la Santa Maria del Pozzo Hospital, in Campania.
Con Rinascere c’è il LABORATORIO ESPERIENZIALE.
“La salute mentale ricopre un ruolo fondamentale nel nostro benessere complessivo. Proprio come dedichiamo attenzione al corpo attraverso una sana alimentazione e un’adeguata attività fisica, è altrettanto cruciale prenderci cura della nostra anima. Da questo punto imprescindibile nasce il progetto NUTRI-AMO L’ANIMA, attraverso la costruzione di un’attività di laboratorio esperienziale settimanale dedicato, pensato e strutturato per fornire al paziente con Binge Eating Disorder, ricoverato presso il nostro reparto di riabilitazione metabolica, un veicolo per intraprendere un percorso di “disintossicazione” dell’anima, favorendo nuove modalità di nutrimento. È stato pensato dall’equipe per permettere ai pazienti di avviare un processo di trasformazione – ha affermato la psicologa Raffaella Castaldo – come un’occasione per prendersi cura di sé, imparare a conoscersi e ad esprimere sé stessi attraverso il veicolo dell’arte. L’obiettivo primario è quello di attivare, attraverso diverse modalità espressive, come la musica, la scrittura, la fotografia, il disegno, la lettura, processi di rigenerazione emotiva, favorire una connessione tra anima e corpo, rinnovando la qualità dell’essere presenti a sé stessi e valorizzando le proprie risorse personali – autonomia, autostima, senso di appartenenza alla collettività, collaborazione e cooperazione, L’obiettivo è fornire, dunque, ai pazienti uno spazio settimanale di gruppo sicuro e accogliente per esplorare le proprie emozioni, sviluppare la creatività e rinforzare la connessione mente-corpo. L’arte offre un canale alternativo e non giudicante per esprimere e comprendere le emozioni intense e complesse associate al binge eating disorder come la tristezza, la rabbia, la solitudine e il profondo senso di colpa e vergogna. Inoltre, l’arteterapia offre strumenti pratici per gestire lo stress, l’ansia e le emozioni negative, favorendo l’adozione di comportamenti più adattivi. Abbiamo riscontrato che combinando l’espressione artistica con interventi psicoeducativi e psicoterapici, è possibile ottenere risultati significativi nel miglioramento della qualità di vita e nella sintomatologia con pazienti con binge eating disorder”.
C’è la Cucina Metabolica.
“Nel Reparto di Riabilitazione metabolica endocrinologica e nutrizionale nasce la cucina metabolica, un servizio esclusivo dedicato ai pazienti in regime di ricovero. La cucina metabolica è costituita da chef professionisti formati dalle nutrizioniste sui principi nutrizionali – ha affermato Alessandra Esposito, biologa nutrizionista – e sull’elaborazione di piatti sani ma gustosi. Al Santa Maria del Pozzo Hospital, la dieta non è rappresentata dal classico piatto triste e povero come comunemente immaginata, ma è realizzata con fantasia e dedizione. Al paziente viene servito un vassoio ricco di pietanze elaborate accuratamente e ben ripartite nelle adeguate percentuali di macronutrienti, a basso indice glicemico ed ipocaloriche. Elaboriamo anche dolci chetogenici e pizze fatte con farine di legumi e di semi adatte anche al regime chetogenico. La giornata alimentare è suddivisa in 6 pasti: colazione con prodotti dolci realizzati con albume, eritritolo (un dolcificante naturale senza calorie), farina di cocco o mandorle e cacao amaro; uno spuntino mattutino, uno spuntino pomeridiano ed uno spuntino pre nanna accompagnato da una tisana come coccola prima di andare a dormire. Il pranzo e la cena sono ripartiti con una fonte di carboidrati a basso indice glicemico, una fonte proteica e due contorni di verdure per favorire la sazietà e per fornire il giusto apporto di fibre.Ad esempio un menù tipo di pranzo è dato da: riso integrale con zucca e un velo di provola, seppie al forno, e due contorni di verdure cotte come spinaci all’insalata e parmigiana di melanzane light. Dunque presso la nostra struttura la dieta diventa esperienza di vivere il cibo sano come piacere, convivialità ed entusiasmo”.
La Nutrizione Dietetica con la Dieta Metabolica.
“Il servizio di nutrizione e dietetica si avvale di un team di esperti in nutrizione che si occupano di elaborare diete e protocolli dieto-terapici per ogni patologia, per esempio diabete, ipertensione, dislipidemia, ipercolesterolemia, nefropatie, alterazioni e patologie tiroidee, intolleranze e allergie alimentari. Dopo un’accurata anamnesi e presa visione dei parametri clinici si rilevano le misure antropometriche, si valuta l’eventuale presenza di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione e si prescrive il vitto adeguato. Ci piace definire la nostra dieta “METABOLICA” per enfatizzare il concetto che è necessario intervenire non solo sul singolo dato relativo al peso – ha dichiarato Carmen Castaldo, dietista nutrizionista – ma agire sull’organismo globalmente migliorando le prestazioni fisiche, psichiche e metabolico-endocrinologiche del paziente. Ogni settimana vengono monitorati i progressi del paziente sia per i pazienti in regime di ricovero che in regime diurno e se necessario viene effettuato un accurato counseling nutrizionale con l’ausilio di strumenti come la compilazione del diario emotivo/alimentare nel quale il paziente può esprimere le sue emozioni ed i suoi disagi relativi al cibo. Il nostro servizio di nutrizione non è dato semplicemente dalla prescrizione dietetica e dal controllo nutrizionale ma si avvale di attività interattive che coinvolgono il paziente a 360° nell’educazione nutrizionale come la “Scuola Alimentazione Consapevole” che fornisce ai pazienti gli strumenti necessari per imparare a gestire consapevolmente la propria alimentazione, al fine di trovare un giusto equilibrio psico-emotivo nel rapporto con il cibo insieme ad uno stato di salute e benessere generale che possano entrambi perdurare a lungo nel tempo; il corso è articolato in 10 lezioni teorico-pratiche che si svolgono settimanalmente; oppure con i laboratori di nutrizione dove i pazienti con l’ausilio di quiz e giochi inerenti all’alimentazione danno spazio alla creatività e all’apprendimento”.
C’è la PASSEGGIATA METABOLICA.
“La passeggiata metabolica, un’attività fisica guidata che combina camminata e esercizi specifici, è una delle attività inserite nel nostro programma di riabilitazione del nostro progetto Rinascere. L’attività viene svolta in gruppo all’aperto con una durata di 30/40 minuti, a contatto con la natura, ed è guidata da un istruttore qualificato. Anche se si tratta di un’attività molto spesso sottovalutata, camminare regolarmente porta con sé numerosi benefici per il corpo e la mente. Grazie al suo impatto sul metabolismo basale e al consumo calorico, può contribuire in modo significativo alla perdita di peso e al mantenimento del peso forma, favorendo la riduzione della massa grassa e l’aumento della massa magra, migliorando la composizione corporea complessiva del paziente. Prevedendo una serie di movimenti specifici, quest’attività permette una stimolazione del metabolismo – ha affermato Ciro Mele Coach sportivo – Istruttore di ginnastica posturale – aumentando il dispendio energetico anche a riposo, un progressivo miglioramento della postura, un miglioramento della forza e della resistenza muscolare, soprattutto degli arti inferiori”.
Poi anche il TRAINING SELF COMPASSION.
“L’obesità, da un punto di vista psicologico è un’esperienza complessa perché associata a severo disagio emotivo e a difficoltà nelle relazioni sociali. Il profilo psicopatologico del paziente obeso si struttura su molteplici dimensioni interconnesse che influenzano il rapporto con il cibo – ha affermato Ilenia Collini, Psicologa-psicoterapeuta – con il proprio corpo e con gli altri. La vergogna legata all’immagine corporea e al peso è uno degli aspetti più radicati nell’esperienza del paziente obeso e può amplificarsi attraverso le esperienze di giudizio e rifiuto da parte degli altri, sia in contesti sociali che professionali, che consolidano nel paziente un atteggiamento negativo, giudicante e colpevolizzante verso sé stesso.
Un’attività psico-corporea integrata nel protocollo riabilitativo di Rinascere, dedicata a questo obiettivo è la Meditazione sull’Auto-compassione orientata al corpo. La “self-compassion” o “autocompassione” è una pratica psicologica orientata all’autoaccettazione e al sostegno personale, che si sviluppa attraverso la capacità di trattare sé stessi con la stessa gentilezza e comprensione che si riserverebbe a una persona cara. L’obiettivo del self compassion è implementare la capacità di riconnettersi con le proprie emozioni nel qui ed ora, imparando a prestare attenzione alle sensazioni fisiche e alle emozioni ad esse connesse nel momento presente con l’obiettivo di permettere al paziente di acquisire una nuova modalità per ascolto. La meditazione viene svolta in gruppi di 10/12 persone e nella pratica vengono proposti esercizi di “umanità condivisa”. Molte persone obese si sentono isolate e percepiscono il loro problema come qualcosa di esclusivamente personale. L’umanità condivisa, un elemento centrale della self-compassion, aiuta a ridurre il senso di solitudine e di vergogna. La condivisione di esperienze comuni consente di ridimensionare la propria condizione sperimentando che altre persone stanno affrontando le stesse sfide”.