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Sbloccati 470 milioni di fondi ai Comuni. Approvazione bilanci di previsione 2025 slitta al 28 febbraio

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Via libera dalla Conferenza Stato-Città allo sblocco di circa 470 milioni di fondi, per l’anno 2025, destinati ai Comuni. In particolare le risorse andranno al potenziamento dei servizi sociali nelle Isole (68 milioni di euro) agli asili nido (300 milioni di euro) e al trasporto scolastico (100 milioni di euro).

Gli ulteriori 391 milioni di euro destinati ai servizi sociali dei comuni delle regioni a statuto ordinario saranno inseriti in un separato DPCM, ma saranno pubblicati a breve.

Inoltre saranno 220 i milioni di euro che andranno ai Municipi come rimborso (anno 2024) per i minori introiti derivanti dalle minori entrate da addizionale comunale Irpef.

Sempre nella seduta odierna la Conferenza Stato-Citta’ ha differito, su richiesta dell’Anci, l’approvazione dei bilanci di previsione al 28 febbraio 2025.

“Si tratta di risorse importanti – ha detto il presidente dell’Anci Gaetano Manfredi – che l’Associazione ha più volte sollecitato, necessarie per lo sviluppo di servizi di grande rilevanza sociale e per la chiusura dei bilanci di molti enti”.

“La Legge di bilancio 2025 esce dall’esame della Camera con alcune modifiche utili per Comuni e Città – commenta il presidente dell’Anci, Gaetano Manfredi – anche se permangono i profili più critici che abbiamo segnalato da subito, relativi alla riduzione di capacità di spesa corrente”. L’abolizione del vincolo alle assunzioni di personale basato sul turn over consentirà a Comuni e Città metropolitane di poter procedere con le assunzioni già programmate e lavorare per arginare il drammatico deficit di personale qualificato, dopo una riduzione del 30% in quindici anni. Per gli interventi di rigenerazione urbana e per una parte dei contributi per le cd. “Opere medie”, i cui ritardi nell’affidamento dei lavori sono spesso dovuti alla complessità delle procedure di autorizzazione e concertazione con altre amministrazioni, a malfunzionamenti di piattaforme telematiche e difficoltà del sistema imprenditoriale, è stato evitato il rischio di revoca. Migliorato anche il riparto del fondo a sostegno degli oneri dei Comuni per affidamento di minori, evitando di escludere dal beneficio molti Comuni e permettendo un più corretto calcolo delle spese sostenute. Sempre per i minori, positivo è l’inserimento di un fondo per il recupero dei minori a rischio devianza. Per i Piccoli Comuni fino a 3000 abitanti, in crisi finanziaria, è stato istituito un Fondo di 5milioni di euro per garantire e rafforzare i servizi sociali; sempre per i Comuni in crisi finanziaria fino a 1000 abitanti è consentita una compensazione tra massa attiva e passiva fino ad un importo massimo di 25milioni annui al fine di facilitare l’estinzione dei debiti. Aumenta di 5milioni di euro il fondo per la legalità e la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori. “Auspichiamo – sottolinea Manfredi – che si ponga rimedio in prossimi provvedimenti all’azzeramento di fondi investimento destinati ai Comuni di minore dimensione demografica, che hanno finora prodotto ottimi risultati per il miglioramento infrastrutturale delle aree periferiche. Restano inoltre aperte questioni che richiedono confronto e soluzioni, come, ad esempio, la gestione delle crisi finanziarie che in molti casi non gode di strumenti efficaci di risanamento; l’insufficienza di diversi finanziamenti in campo sociale che pesa sui servizi sociali comunali – quali ad esempio i fondi per gli affitti e le morosità incolpevoli rifinanziato in misura del tutto inadeguata; il peso del Fondo crediti di dubbia esigibilità (ormai sopra i 6 miliardi di accantonamento annuo) per il quale è necessario un intervento straordinario di sostegno alle capacità di riscossione dei Comuni. L’attuazione della Delega fiscale sui tributi comunali dovrà assicurare, infine, da un lato soluzioni concrete a specifici problemi di settore, dall’altro l’ampliamento delle fonti di finanziamento e il ritorno ad una maggiore manovrabilità delle entrate proprie, principi richiamati tra l’altro tra i criteri di delega, in linea con le prescrizioni costituzionali”.

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