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Kvara al PSG: il tradimento di una maglia!

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NAPOLI (Di Anna Calì) – “Kvara ha chiesto di essere ceduto”, queste le parole di Antonio Conte durante la conferenza stampa prima del match contro il Verona che hanno fatto gelare non soltanto i giornalisti presenti in sala ma anche i tanti tifosi, che, si aspettavano un finale diverso.

L’annuncio che Kvicha Kvaratskhelia lascerà il Napoli per accasarsi al PSG è un colpo duro da digerire per i tifosi partenopei.

Un trasferimento che evidenzia, ancora una volta, come il calcio moderno sia sempre più dominato dal denaro piuttosto che dal senso di appartenenza e amore per la maglia.

Kvara è arrivato a Napoli come un giovane talentuoso ma poco conosciuto. La città, la squadra e i tifosi lo hanno accolto a braccia aperte, trasformandolo in un uomo e in un calciatore di livello mondiale.

Lo hanno ribattezzato “Kvaradona”, un soprannome che porta con sé un’eredità pesante, quella di Diego Armando Maradona.

Ma mentre Diego ha fatto del Napoli la sua casa, rifiutando offerte stratosferiche per restare fedele ai colori azzurri, Kvara ha scelto di voltare le spalle a una squadra e una città che lo hanno fatto crescere. Una scelta che non soltanto delude i tifosi, ma mette in discussione il suo rispetto per una piazza che lo ha osannato e lo ha elevato ad idolo. Tutto questo, poi, a gennaio, nel pieno di una stagione che vede il Napoli in testa alla classifica e in lotta per obiettivi importanti.

L’addio di Kvara è solo l’ultimo esempio di come il calcio sia cambiato.

Una volta, i calciatori giocavano per la maglia, per i tifosi, per il senso di appartenenza a una città.

Ma a Napoli i tifosi sono abituati a calciatori che scelgono altre vie. Un altro tradimento fu in quell’estate tanto rovente e asfissiante per le elevate temperature a dare il colpo di grazia ai napoletani che si stavano godendo il mare, il sole e le vacanze: “Higuain è un nuovo giocatore della Juventus”. Un colpo inferto lì, al centro dei cuori dei tanti tifosi che l’avevano accolto e lui ricambiò il suo amore, andando a giocare nella squadra, eterna rivale della città Partenopea.

Ma si sa, il calcio di oggi è cambiato e tutto ruota intorno ai soldi. Kvara ha rifiutato le offerte del Napoli, nonostante la gestione post-scudetto della società possa essere stata discutibile. Una decisione che lascia l’amaro in bocca, soprattutto se confrontata con giocatori come José Callejon, che decise di giocare due mesi senza stipendio pur di concludere la sua stagione a Napoli, o Marek Hamsik e Edinson Cavani, che hanno mostrato un attaccamento sincero alla maglia azzurra.

Antonio Conte lo ha detto chiaramente: il Napoli non deve essere visto come una squadra di passaggio, un trampolino di lancio per farsi le ossa e poi volare altrove. Il Napoli è un progetto serio, una squadra che punta in alto e che merita rispetto e dedizione.

Un tradimento che non sarà facilmente dimenticato dai tifosi. La maglia azzurra merita rispetto, dedizione e amore. Maradona ha insegnato che il vero valore di un calciatore non si misura solo dai gol o dai trofei, ma dal legame con la sua squadra e con i suoi tifosi. Kvara ha scelto diversamente, e per questo, Napoli non lo dimenticherà ma sperano un giorno di poter tornare a vivere emozioni indimenticabili come quelle vissute con Maradona, perché il calcio, al di là dei soldi e dei contratti, è fatto di passione, di attaccamento alla maglia e di un legame indissolubile tra la squadra e i tifosi. E questo i soldi non potranno mai comprarlo, ma soprattutto è un valore che nessun giocatore dovrebbe mai dimenticare.

 

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