NAPOLI – Quello che si teneva é accaduto. Baby gang scatenate a Napoli la notte del cippo. La follia che si ripete ogni anno nella ricorrenza di Sant’Antonio Abate ha colpito numerosi quartieri.
Dalla Sanità a Mergellina dai quartieri spagnoli a Forcella decine di roghi hanno illuminato la notte di Napoli.
Ad appiccarli, senza nessuna autorizzazione, le baby gang che si erano date appuntamento sui social per darsi battaglia a colpi di “fucarazzo”.
A documentare quanto sta accadendo in città l’onorevole Francesco Emilio Borrelli
L’episodio più grave nel quartiere Sanità dove a Piazza San Gaetano oltre 50 ragazzi hanno appiccato il fuoco ad un cippo alto almeno 4 metri. All’arrivo delle forze dell’ordine è partita la sassaiola che ha colpito in pieno alcune auto dei carabinieri.
Stesse scene si sono ripetute alla Torretta dove alcuni ragazzi del posto hanno provato ad impedire ai vigili del fuoco di spegnere il cippo che avevano preparato.
Sui social numerosi i video che ritraggono interi quartieri sotto scacco delle baby gang.
Una situazione gravissima che era stata anche preventivata dalle istituzioni.
Il prefetto Michele di Bari negli ultimi giorni aveva lanciato l’allarme e numerosi erano stati i sequestri di legno e alberi di Natale pronti per essere dati alle fiamme.
Ma nonostante tutto le baby gang sono riuscite nel loro intento.
Una sconfitta per la città e per le istituzioni che non riescono in nessun modo ad arginare questa tradizione criminale.
“È stata una sconfitta delle Istituzioni”- dichiara il deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che nel corso della nottata, su segnalazione dei cittadini, ha denunciato pubblicamente quel che stava accadendo e si è recato sui luoghi delle devastazioni e guerriglie urbane- “È la morte dello Stato che consegna le chiavi della città ai delinquenti. Le forze dell’ordine, che comunque ringraziamo, hanno fatto quel che hanno potuto ma la verità è che sono in sottonumero mentre c’è sovrabbondanza di teppisti e giovani criminali e fermarli tutti attualmente è impossibile. Dall’altra parte c’è evidentemente un certo timore nell’affrontare queste bande trattandosi soprattutto di minorenni. Quindi la situazione è questa: servono nuovi agenti sul territorio e un cambio di paradigma, se non si è determinati molto presto non sarà più possibile porvi rimedio. La questione poi non deve limitarsi alla notte del cippo ma occorre fare un lungo e profondo lavoro per smantellare la cultura criminale che porta troppi giovani a seguire la strada dell’illegalità. Lo Stato mostri la sua presenza investendo anche sulla prevenzione, parola che sembra essere scomparsa dal vocabolario del governo.”