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Costantino Raimondi porta in scena “Spiritilli e altri movimenti” di Enzo Moscato al Teatro Elicantropo

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Spiritilli con Little Peach e Cartesiana forma il trittico Ritornanti di Enzo Moscato, titolo che il drammaturgo partenopeo mutuò da Anna Maria Ortese.
La messa in scena di Spiritilli, testo del 1982, Guerra di religione del 1989 e Trompe l’oiel del 2004, accorpati sotto il titolo di Spiritilli e altri movimenti, in scena al Teatro Elicantropo di Napoli da giovedì 23 gennaio 2025 alle ore 20.30 (repliche fino a domenica 26), segna il ritorno del regista Costantino Raimondi alla drammaturgia di Enzo Moscato, dopo l’allestimento di Aquarium Ardent del 2006, realizzato in versione francese a “La Imprimerie” di Parigi e a “La Guillotine” di Montreuil.
Presentato da Teenspark di Antonio Nardelli, l’allestimento, che rientra nella terza edizione della rassegna “We love Enzo” suite di spettacoli dedicati al drammaturgo partenopeo scomparso lo scorso anno, vedrà interpreti in scena Annalisa Arbolino, Liliana Castiello, Carlo Geltrude, Michele Ferrantino e Fiorenza Raimondi, con i costumi di Tata Barbalato, il disegno luci e le scene di Omar Esposito, assistente alla regia Annalisa Arbolino.
Il racconto è un momento di affabulazione, un ritornare bambini rimanendo incantati in una storia magica. È la fascinazione della favola classica, trasmessa attraverso l’eco di credenze popolari, la casa come luogo metafisico abitato da presenze buone, bonarie o malefiche.
«Per le regie dei testi di Enzo Moscato – così il regista Costantino Raimondi in una nota – ho utilizzato il mio linguaggio che parte dal corpo, mezzo che esprime attraverso il gesto, il pensiero e le emozioni un immaginario collettivo. Movimenti obliqui, soffi e sudori. Gli spettacoli si intrecciano e agiscono in azioni del volere o non, partire o restare, entre rêve et réalité».
La favola narra di vicende tragiche, a tratti comiche, di Nannina, Totore e Tittinella, giovane famiglia alla ricerca di una casa.
Gli altri “movimenti” sono due racconti: Trompe l’oiel e Guerra di religione, anch’essi ricchi di atmosfere oniriche tra sacro e profano.
Enzo Moscato è un visionario e viaggiatore instancabile dell’animo-mito, dell’animo-tempesta. Incarna da solo la definizione del poeta in movimento continuo, senza mezze misure, la cui opera trasmette il senso fisico del piacere, attraverso la potenza figurativa delle immagini e la straordinaria musicalità della lingua.

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