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Torre del Greco, celebrata la giornata del santo patrono della polizia municipale

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Dopo diversi anni, il comando di polizia municipale di Torre del Greco torna a celebrare nella proprio città la giornata di San Sebastiano, santo patrono dei caschi bianchi. L’ha fatto oggi, lunedì 20 gennaio, con una messa tenutasi nella basilica di Santa Croce e officiata dal parroco, don Giosuè Lombardo. Un’iniziativa, come ha spiegato il sindaco nel suo intervento al termine della funzione religiosa, nata “durante l’abituale scambio degli auguri natalizi, quando il dirigente Gennaro Russo, nel suo intervento, ebbe modo di auspicare che la polizia municipale potesse ricordare anche a Torre San Sebastiano, così come avviene in altre città dove pure eravamo sempre presenti, a celebrare la ricorrenza. Abbiamo promosso questa iniziativa in tempi ristretti e siamo convinti che debba tornare ad essere un appuntamento nel corso del quale coinvolgerà l’intera cittadinanza”.

Oltre agli agenti in servizio, l’iniziativa ha richiamato la partecipazione di diversi ex appartenenti al corpo oggi in pensione. Un aspetto questo sul quale ha voluto porre l’accento lo stesso dirigente del settore: “È il chiaro messaggio che arriva da chi ha nel cuore la divisa – le parole di Gennaro Russo – Agente di polizia municipale si resta per tutta la vita. Questo è un momento anche per evidenziare il lavoro che viene svolto quotidianamente, anche in sinergia con le altre forze dell’ordine presenti sul territorio. Un ultimo pensiero va a chi ci ha lasciato: voglio pensare che, da lassù, questi nostri amici siano in pattuglia per svolgere il loro abituale servizio”.

Nella sua omelia, don Giosuè Lombardo ha invece inteso ricordare la figura di San Sebastiano e il suo martirio: “Siamo nel III-IV secolo. Diocleziano inizialmente è favorevole al Cristianesimo, tanto che Sebastiano, che era un suo luogotenente, si converte. Poi diventa sanguinario: altri suoi martiri sono Santa Lucia, San Gennaro e Santa Colomba. Sebastiano, con il suo ruolo privilegiato di militare, aiuta i cristiani nelle carceri. Diocleziano allora lo manda a morte e lo fa colpire con le frecce dai suoi amici, da coloro i quali erano da lui comandati. Pur prendendo varie parti del corpo, queste frecce non gli tolgono la vita. Sarà allora ordinata la decapitazione per uccidere questo giovane vigoroso”.

Al termine della cerimonia, i presenti non si sono sottratti alle foto di rito, scattate sulle scale che conducono alla basilica di Santa Croce, per immortalare nella memoria il senso di questa ritrovata ricorrenza.

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