Con la pubblicazione del bando inizia ufficialmente la nuova edizione del Premio Napoli. Quella del 2025 è la seconda che vede in vigore il nuovo regolamento, con riconoscimenti alle tre sezioni di narrativa e saggistica, poesia e testi musicali, graphic novel e fumetti, voluto da Maurizio de Giovanni, presidente del premio, nel quadro di una promozione della lettura a nuove platee. Possono concorrere opere in lingua italiana, dialetto o tradotte in italiano la cui prima edizione è stata pubblicata tra l’1 marzo 2024 e il 28 febbraio 2025. Il tema è quello delle ultime edizioni, “Racconti del Mediterraneo”, comprende quindi opere di autori che provengono dai Paesi dell’area mediterranea o che si ispirano al Mediterraneo.
Saranno i lettori ad avere la facoltà di segnalare, direttamente sul sito della Fondazione Premio Napoli (www.premionapoli.it), non più di due titoli per ciascuna delle sezioni istituite, a partire dal 1 aprile entro e non oltre il 30 aprile. La giuria tecnica sceglierà, sulla base delle segnalazioni ricevute, cinque opere delle tre sezioni (due per la prima e seconda categoria, una per la terza). Ai vincitori vanno 3000 euro e un’opera che riporta il logo del premio. Il bando completo è in allegato.
Liu Zhenyun
Napoli incontra lo scrittore Liu Zhenyun: il 19 marzo, alle 16.30, l’autore cinese presenta il suo Una frase ne vale diecimila. Introducono la docente Chiara Ghidini e il magistrato Alfredo Guardiano, presentano Wu Junru, direttrice dell’istituto Confucio di Napoli, Valeria Varriano, docente dell’università “L’Orientale”.
Una frase ne vale diecimila, il romanzo di Liu Zhenyun definito anche “cento anni di solitudine cinese” segue le vicende di due personaggi, Yang Baishun e Niu Aiguo, rispettivamente prima e dopo la nascita della Repubblica. Sono entrambi uomini di poche parole e ancor meno amici, e le loro esistenze condividono la solitudine che è alla base della condizione umana. In una narrazione delle storie di tutti i giorni, l’autore ci ricorda l’importanza del dialogo e dell’ascolto, della comunicazione e dell’empatia, valori che sottendono ogni comunità, anche e soprattutto quella cinese.
Con grande umorismo e sensibilità, e una profonda conoscenza della società cinese in tutte le sue sfaccettature, l’autore ci offre un affresco di mille personaggi e una panoramica dell’animo umano. Il libro è una testimonianza della sua filosofia di vita espressa con parole semplici e attraverso una struttura narrativa complessa ma immediata. Questo lo ha reso uno dei beniamini del pubblico cinese.
Pubblicato nel 2009, con oltre 4 milioni di copie vendute in Cina, dal romanzo sono state tratte una serie televisiva, un film e un’opera teatrale. Il libro è stato tradotto in oltre 12 lingue e ha ottenuto il Premio Mao Dun nel 2011 e numerosi altri riconoscimenti.
Wanda Marasco
Il 20 marzo, alle 18, alla fondazione Premio Napoli si presenta Di spalle a questo mondo (Neri Pozza) di Wanda Marasco; con l’autrice intervengono la scrittrice Titti Marrone e lo scrittore Luigi Trucillo.
Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.
Luigi Trucillo
Il 21 marzo, alle 18, alla fondazione Premio Napoli viene presentato Antigone nella città dei pazzi (Cronopio) di Luigi Trucillo; con l’autore intervengono la scrittrice Wanda Marasco e Sonia Gentili, poetessa e storica della letteratura.
Antigone nella città dei pazzi è una riscrittura in versi dell’“Antigone” di Sofocle, ambientata tra le rovine di un vecchio manicomio abbandonato di Napoli, il “Leonardo Bianchi”. Nel poemetto la lotta di Antigone contro l’esilio delle spoglie del fratello fuori dalla polis si reincarna nel presente, in una lotta di fratellanza contro il medesimo verdetto sociale di espulsione dei matti. Ne scaturisce un testo “basagliano”, attraversato dalle voci dolenti degli internati, mescolate a quelle di alcuni poeti ugualmente segnati dalla dismisura, che si interroga sull’esperienza del limite oltrepassato dalla diversità, e del suo confronto con la legge. Non a caso, secondo gli antichi Greci soltanto i pazzi, gli innamorati e i poeti potevano esplorare fino in fondo questi confini sconosciuti. “Antigone nella città dei pazzi” scavalca la nicchia della parola letteraria per rivolgersi a un orizzonte più ampio e indomabile, il legame collettivo che ci definisce. Postfazione di Antonello D’Elia, psichiatra, presidente della Società Italiana di Psichiatria Democratica.