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Scuola, festa grande a Ponticelli per i maestri di strada

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NAPOLI – “Distanti ma vicini – per una nuova ripartenza”, ieri pomeriggio, 30 giugno dalle 18.30, al Lotto G di Ponticelli, Napoli, un incontro di festa, di aggregazione, di saluto che l’IC Aldo Moro di Ponticelli e i Maestri di Strada, che hanno supportato i docenti durante i due mesi di lockdown con attività di didattica a distanza, laboratori artistici virtuali, hanno voluto donare ai ragazzi e alle loro famiglie, per restituire senso e valore agli ultimi mesi di scuola “virtuale” affrontati con fatica e disorientamento. «Distanti ma vicini, questo momento vuole essere di restituzione per i ragazzi che hanno partecipato al progetto dell’IC Aldo Moro e di Maestri di Strada, un collaborazione che ha avuto al centro il laboratorio teatrale, sia in presenza che a distanza, con la realizzazione del cortometraggio “Alieni”», spiega Barbara Di Cerbo, dirigente dell’IC Aldo Moro, «Distanti ma vicini vuole dare un messaggio positivo e costruttivo, un esempio di ciò che la scuola può fare collaborando con le associazioni del territorio. Queste sono le buone pratiche che arricchiranno la scuola che si riaprirà a settembre».

Un fitto programma di proiezioni dei video sulle attività educativo-didattiche laboratoriali realizzate dagli allievi durante il periodo di lockdown, la consegna dei diplomi di fine anno scolastico ai ragazzi della terza media, l’anteprima di “ALIENI”, il cortometraggio a fumetti scritto e interpretato dagli giovani in collaborazione con gli educatori ed esperti di teatro di Maestri di Strada e dell’Associazione Trerrote e performance musicali e teatrali che hanno coinvolto numerosi studenti.

L’evento è stato ospitato nel Lotto G di Ponticelli, in quella che sarà la sede delle attività socioeducative di Maestri di Strada e altre associazioni del territorio, il futuro CUBO – Cantiere Urbano per la Cura del Bene Comune, intitolato a Ciro Colonna, giovane vittima innocente della camorra.

«La scuola del futuro è questa: educatori, famiglie, insegnanti, ragazzi, maestri di strada insieme. Perché deve essere così la scuola? Perché deve somigliare alla vita. Nella vita noi apprendiamo in ogni luogo, in ogni tempo e con qualsiasi persona», spiega Cesare Moreno, presidente di Maestri di Strada, «Per aprire, per riaprire la scuola bisogna aprire le menti, bisogna avere l’idea che non è la scuola che insegna, ma è la scuola che raccoglie insegnamenti dalla vita e aiuta i giovani a rielaborare ciò che serve loro per vivere meglio. Questo è stato possibile farlo anche con le scuole chiuse, a distanza, durante il lockdown per il coronavirus. Lo stiamo facendo ora, ed è molto importante ci siano dei dirigenti scolastici che siano sensibili e condividano questo nostro pensiero».

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