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Boss latitante del clan Mazzarella latitante arrestato a Ischia (VIDEO)

ISCHIA – Un camorrista latitante, ritenuto un boss del clan Mazzarella, è stato arrestato ieri in tarda serata ad Ischia, mentre si trovava a cena in un ristorante della zona collinare di Forio: si tratta di Giuseppe Del Prete.

L’uomo si trovava sull’isola da alcuni giorni ed era tenuto sotto controllo dagli uomini del locale commissariato di polizia, guidati da Ciro Re, che sono intervenuti quando si trovava a tavola in un noto ristorante in via Borbonica e lo hanno arrestato.

Del Prete, che deve scontare una pena detentiva di alcuni anni, è stato condotto nei locali del commissariato di via delle Terme; poco dopo all’esterno è arrivato un gruppo di amici e parenti.
Il boss è stato trasferito poco fa a Poggioreale dove dovrà scontare una pena di 6 anni.

“Si tratta di una gran bella operazione che assesta un duro colpo ad uno dei clan egemoni, assieme al’ Alleanza di Secondigliano, sull’ intero territorio napoletano.”- commenta il deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli-

“Fin tropo frequentemente, però,  i boss, le figure apicali dei clan, i camorristi riescono a sfuggire al braccio della legge che non è poi qui così lungo.  Se si pensa che spesso i latitanti , il più delle volte, si nascondono nei propri quartieri d’origine, si pensi al caso eclatante di Matteo Messina Denaro, che se ne vanno anche in vacanza, che partecipano a feste ed eventi, è chiaro che c’è una certa complicità della comunità intenzionata a coprire le mosse, o comunque a tacere in merito, di certi personaggi diventati emblematici degli usi e costumi locali, distorti dalla lunga azione erosiva della mentalità crismale sub-criminale. Gli arresti e le condanne (e qui bisognerebbe aprire un lungo discorso a parte) non sono quindi sufficienti ad arrestare i fenomeni delle mafie.  È la mentalità omertosa, partita dal sottoproletariato agli albori ed insinuatasi oggi tra i più alti ranghi della società, che va estirpata.”.

“È un processo lungo, difficoltoso e che richiede una revisione in sede di giurisprudenza, si pensi ai numerosi casi di professionisti, dei colletti bianchi, coinvolti nelle operazioni di mafia e camorra. Ma va fatto e se non si comincia, sul serio, sarà sempre più difficile portarlo a termine. ”-ha concluso Borrelli

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