ISCHIA – In apertura della quarta giornata dell’Ischia Film Festival si è tenuta la masterclass con Gianni Canova, moderata da Giuseppe Carrieri, alla Villa La Colombaia di Luchino Visconti. Durante l’incontro, dal titolo “Visconti e la modernità italiana”, il critico e Presidente Onorario dell’Ischia Film Festival ha approfondito la vita e la carriera di Luchino Visconti: “Il suo tratto più moderno è un groviglio di contraddizioni poetiche, estetiche e politiche: era nobile ma anche comunista, si proclamava realista ma era decadente. Caratterizzato dall’incoerenza, intesa come un valore, un fatto che lo rende ancora attuale.” Canova sì è così rivolto al Direttore Michelangelo Messina ringraziandolo per avergli permesso di parlare di uno degli autori che più ho studiato in quella che era la sua casa.
Nel corso della serata a Cattedrale dell’Assunta l’attrice Gloria Reuben è stata premiata con l’Ischia Film Award. Impossibilitata a ritirare il premio di persona a causa di impegni lavorativi, Reuben ha ringraziato l’Ischia Film Festival e il pubblico con un videomessaggio.
A seguire, in occasione dell’anteprima internazionale del lungometraggio in concorso “Amanece” sono stati ospiti il regista Juan Francisco Viruega e l’attrice Aura Garrido, in un incontro introdotto da Antonio Capellupo. “È un profondo piacere tornare a questo festival. È un film dove il paesaggio è il quarto protagonista, non è decorativo, ma simbolico, rappresenta l’emozione e i sentimenti dei protagonisti. L’abbiamo girato nel sud della Spagna e penso che ogni personaggio abbia un paesaggio legato a sé, come il deserto, il mare, le saline.” Ha raccontato il regista. Aura Garrido ha proseguito spiegando: “È stato forte lavorare in Almeria, è una terra molto potente come del resto è anche Ischia”.
Al contempo a Piazzale delle Armi si è tenuta l’anteprima assoluta del cortometraggio “The Lake” di Yangkyi Tsering, nella sezione Location Negata.
Successivamente, sempre a Piazzale delle Armi, è stato presentato il film “Palazzina LAF”, anticipato da un incontro moderato da Gianni Canova con ospite il regista Michele Riondino. “Spesso il cinema italiano ha fatto fatica a raccontare il proletariato. Qui gli operai tornano al centro della scena, anche se non sono eroi”. L’attore e regista si è poi ricollegato al tema chiave dell’Ischia Film Festival, quello della valorizzazione delle location: “Questo non è un film su Taranto. Non ho voluto inquadrare Taranto, che è fuori fuoco. Taranto non è l’Ilva e l’Ilva non è Taranto. Questo è un film sui lavoratori e sull’acciaieria. I luoghi sono stati scelti per raccontare il rapporto tra uomo e industria.” Riondino ha poi proseguito spiegando: “Per cambiare il mondo c’è bisogno di raccogliere granellini microscopici. Il cinema può raccogliere parte di questi granellini. Ho impiegato sette anni per fare il film e mesi per farmi raccontare dagli ex-confinati le loro storie. Il film ha dato la libertà agli spettatori di raccontarsi.”
Infine, presso Casa del Sole, è stata presentata l’anteprima campana del cortometraggio nella sezione Location Negata “Buffer Zone” di Savvas Stavrou e l’anteprima italiana del cortometraggio in concorso “Tennis, Oranges” di Sean Pecknold. Sempre a Casa del Sole è stato poi ospite il regista Giulio Mastromauro per presentare il lungometraggio in concorso “Bangarang”, in un incontro introdotto da Giuseppe Carrieri. Anche in questo caso torniamo sullo scenario di Taranto e il regista ha raccontato: “Prima di lavorare a Bangarang mi sono imposto un dogma: raccontare tutto attraverso lo sguardo esclusivo dei più piccoli e quindi non vedrete adulti per 75 minuti di film”.