NAPOLI – Inaugurato il primo Centro antidiscriminazioni LGBT+ dell’area vesuviana, alla presenza del Sindaco Giorgio Zinno, di Mattia Peradotto, Direttore dell’Unar (Ufficio antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri); di Antonello Sannino, responsabile Rainbow Center; delle Forze dell’Ordine; dei rappresentanti dell’amministrazione comunale e degli studenti del Liceo Urbani.
Il taglio del nastro, avvenuto dopo un incontro su Sicurezza e Pari Opportunità, è stato più di un gesto simbolico. L’applauso e la condivisione con i tanti studenti della città, hanno dimostrato che l’apertura di questo centro rappresenta un altro importante tassello nel mosaico dei diritti e dell’inclusione; valori che la comunità guidata dal Sindaco Zinno, afferma e diffonde con costanza e convinzione.
Lo sportello ha sede in Villa Bruno ed è operativo da oggi con attività di accoglienza e sostegno per tutte le persone LGBT, vittime di discriminazioni. E’ una struttura di protezione h24, attraverso la reperibilità di esperti per la prima accoglienza; all’interno vi sono sportelli di supporto psicologico, legale, di orientamento al lavoro e all’autonomia abitativa; un gruppo di mutuo aiuto, gestito da operatori alla pari, dove in gruppo si affronteranno e si condivideranno disagi ed esperienze per superare la solitudine e trovare possibili prospettive di risoluzione a conflitti e criticità. Inoltre un supporto specifico sarà riservato ai migranti che provengono da Paesi nei quali l’omosessualità o la transessualità sono considerati reato, mediante l’attivazione di uno specifico sportello per l’assistenza e la consulenza per la difesa e la tutela dei diritti civili e sociali.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questo risultato, in quanto il Pride Center è il primo centro antidiscriminazione dedicato alle persone LGBT in una città non capoluogo di provincia su tutto il territorio nazionale ed è stato finanziato dall’Unar – ha detto Zinno. Ringrazio infatti il Dott. Peradotto per aver creduto in questo progetto e – come lui stesso ha detto – per aver riconosciuto San Giorgio a Cremano come la città dei diritti e una comunità all’avanguardia su questo e su altri temi. Dobbiamo continuare a mettere in campo iniziative diffuse e strumenti concreti per sradicare definitivamente comportamenti discriminatori per una cultura di accoglienza sempre più profonda.