NAPOLI – A 10 anni di distanza dalla notte in cui l’ex marito versò dell’acido su testa, volto, mani e décolleté di Filomena Lamberti, finalmente la donna sta via via riacquistando la sensibilità dei tessuti. Tanto da riuscire “a sentire nuovamente il vento sulla faccia”, come lei stessa ha dichiarato.
Merito del percorso di terapia con metodologia Biodermogenesi®.
Stamane, presso il centro di medicina estetica Alla Violetta, Filomena Lamberti ha raccontato il suo percorso insieme alla Dottoressa Anna Maria Minichino, Medico Chirurgo e Responsabiledermoestetico del Centro dermatologico Brunetti di Salerno, Maurizio Busoni, Ricercatore e Ideatore di Biodermogenesi® e il Dottor Antonio Cataldo, Amministratore Unico Alla Violetta.
«Biodermogenesi®, erogando tre tipi di stimolazioni (vacuum, campi elettromagnetici ed una leggerissima stimolazione elettrica), riesce a riattivare il circolo cutaneo, favorendo il recupero del normale calibro dei capillari, con conseguente ossigenazione del tessuto. Attraverso la stimolazione elettrica permette di veicolare principi attivi come aminoacidi e acido ialuronico. Quindi questa terapia è in grado di recuperare la funzionalità del microcircolo cutaneo, migliorando la qualità della matrice extra cellulare e moltiplicando la produzione di collagene e fibre elastiche in tutte quelle alterazioni cutanee quali smagliature, cicatrici e rilassamento cutaneo. In particolare, per le cicatrici acneiche e post chirurgiche ho riscontrato con un ciclo di 6-8 sedute un miglioramento sia estetico che funzionale e strutturale. Ho potuto notare che con la formazione di nuove fibre elastiche e di collagene si è ridotto il dislivello pregresso nei confronti del tessuto circostante, ovvero si è ottenuto un riempimento per le cicatrici ipotrofiche ed una riduzione diquelle ipertrofiche. Inoltre nei pazienti gravati dalla dolorabilità
derivante dalla cicatrice, il dolore si è progressivamente attenuato», spiega la Dottoressa Minichino.
Filomena Lamberti e Biodermogenesi®
«Per quanto riguarda le ustioni chimiche, ho trattato le cicatrici deturpanti del viso della signora Lamberti, vittima di violenza da agente chimico. Nelle 12 sedute effettuate ho potuto registrare progressivamente un notevole miglioramento dell’elasticità delle cicatrici. Alla palpazione i cordoni cicatriziali, presenti sul viso sono notevolmente migliorati perché
più morbidi ed elastici. Hanno permesso quindi alla paziente di valutare una minore trazione e dolorabilità e una maggiore sensibilità al tatto. L’aspetto professionale per me più gratificante nel dedicarmi alla signora Lamberti, è stato quello di aver dato un sollievo e una speranza ad una paziente compromessa emotivamente», continua la Dottoressa Minichino.
Le cure alla Signora Lamberti rientrano nel progetto RigenerDerma, che ha
come obiettivo curare 500 persone sane gravate da cicatrici al volto,
vittime di violenza o che altrimenti non potrebbero sostenere economicamente
tale terapia. Il progetto, è stato presentato lo scorso aprile presso la
Sala Stampa della Camera dei Deputati e ha coinvolto l’Università di Verona,
Telefono Rosa e Women for women di Donatella Gimigliano.
Ogni anno, nei soli Paesi sviluppati, vi sono mediamente 100 milioni di
persone con nuove cicatrici. Focalizzandosi su quelle del volto, quelle
derivanti da trauma non sono quantificabili. Quel che è certo, però, è che
portano con sé un trauma psicologico e relazionale alla persona, causando un
vero e proprio blocco emotivo che determina ansia e la convinzione di non
poter avere una vita sociale normale.
«Le cicatrici provocate volontariamente per ferire nel fisico, ma
soprattutto nell’animo, le proprie vittime, sono quelle più dolorose e
meschine. Per questo oggi, ancor più di sempre, l’intera nostra Società deve
essere coinvolta nell’esperire ogni attività volta ad impedirle o, in caso
di insuccesso, almeno a ridurne l’impatto fisico e, ancor di più,
psicologico. L’azienda Alla Violetta è da sempre impegnata nel restituire
alla società parte della proprie fortune e questo, da oggi, potrà essere
realizzato anche mettendo a disposizione il proprio know how e le proprie
tecnologie Biodermogenesi® a chi è stato vittima di queste azioni indegne.
Contribuire ad alleviare queste sofferenze sarà il miglior modo per uscire
tutti vincitori nella guerra contro la barbarie di queste violenze sulle
donne», sottolinea il Dottor Cataldo.
Cicatrici: cosa sono
La cicatrice è la conseguenza di una lesione cutanea di varia natura
(post-chirurgica, da trauma, da abrasione, da ustione, chimica, ecc.). In
ogni caso si assiste ad una lacerazione dello strato corneo e
dell’epidermide che determina una perdita delle essenziali funzioni della
barriera epiteliale, che risultano compromesse sino a quando lo strato
corneo non viene perfettamente ristrutturato. Generalmente il pieno recupero
delle funzioni epiteliali richiede oltre un anno dal trauma.
Allo stato dell’arte non si è affermata una tecnologia che si possa definire
universalmente efficace nella terapia delle cicatrici e questo ci ha portati
a valutare la sinergia tra campi elettromagnetici e vuoto, anche di
conseguenza ad un’esperienza maturata da Nicoletti e coll., che hanno
ottenuto significativi esiti su cicatrici da ustione su collo e volto.
Nuove prospettive di cura
L’esperienza Biodermogenesi® relativa a 25 pazienti gravati da cicatrici da
trauma, ustione, da taglio e post-chirurgiche, ha permesso di constatare un
importante miglioramento delle cicatrici trattate, sia per quanto riguarda
la trama cutanea che per la discromia, ottenendo in alcuni casi anche
l’abbronzatura della cicatrice. Da tale esperienza sono derivate un articolo
scientifico in fase di pubblicazione e il progetto RigeneraDerma.
«Lucio Anneo Seneca (4 aC, 65 dC) affermava che la ferita si cura mentre la
cicatrice resta. Finalmente, dopo 2000 anni, la ricerca scientifica oggi
permette di curare anche le cicatrici», afferma Maurizio Busoni.