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A Napoli riparte la consegna a domicilio, è record di pizze sfornate: 60mila in una sera (VIDEO)

NAPOLI – I telefoni delle pizzerie hanno cominciato a squillare alle 4 del pomeriggio.

Alle 11 di sera, orario di chiusura previsto per il primo giorno di riapertura, dopo i due mesi di chiusura imposta dalle regole per limitare il contagio da coronavirus, sono state sessantamila le pizze sfornate e consegnate nelle case dei napoletani.

Numeri che attestano la voglia di pizza da parte dei cittadini, ma che soprattutto danno respiro a un importante indotto economico ed occupazionale della città.

Sessantamila pizze in sette ore di apertura, realizzate dal 30–40% di pizzerie presenti sul territorio.

Esultano le associazioni di categoria, secondo cui ognuna delle 300 pizzerie riaperte ha sfornato 200 pizze.

Secondo le associazioni di categoria, nei prossimi giorni il numero è destinato a salire: numerosi infatti gli esercenti che non sono riusciti ad alzare le saracinesche nel primo giorno a causa di problemi legati al ritardo degli interventi di sanificazione necessari per poter riattivare le consegne a domicilio.

Proprio sull’argomento sanificazione e dispositivi di protezioni obbligatorie, l’Anci, l’associazione dei comuni italiani, ha chiesto all’unità di crisi maggior chiarezza nei regolamenti da adottare per la tutela dei lavoratori del comparto.

“Numeri incoraggianti e che danno un segnale di speranza – commenta Antonio Pace, presidente dell’associazione Verace Pizza Napoletana – anche se non risolvono il problema. Stimiamo abbia aperto solo il 30/40% delle pizzerie. Molti infatti non sono riusciti a sanificare per tempo i locali rimandando a domani la ripresa delle attività. Tuttavia quelli che lo hanno fatto stanno lavorando con numeri che definirei interessanti”.

Parole confermate da Massimo Di Porzio, presidente della Fipe, la federazione che racchiude i pubblici esercenti: “Calcoliamo una media di 200 pizze per ciascuna delle 300 pizzerie che hanno aperto, per un totale di 60mila pizze. Siamo contenti, è un buon inizio. Stiamo cercando di accontentare tutte le richieste, anche quelle singole. Lavorano molto le piccole pizzerie, quelle di quartiere. E ci chiamano tanti anziani cui portiamo la pizza fin sotto il portone”. Margherita e marinara la fanno da padroni nelle richieste.

“La gente sembra abbia voglia di riassaporare le cose semplici. Sono rare le richieste che non vanno in questa direzione”.

Ora il prossimo passo è la possibilità di ritirare la pizza di persona: “Siamo pronti a far rispettare le distanze, sarebbe un passo avanti”. “Le file si fanno per il supermercato – gli fa eco Pace – si possono fare ordinatamente anche per ritirare una pizza. Chiediamo al governo di comprendere che il nostro settore sarà tra i più penalizzati dal virus, il turismo non tornerà prima di un anno. Nel frattempo chiediamo un contributo sui fitti, sulle tasse e un’apertura di credito a tassi bassissimi. Diversamente per noi la fase 2 non comincerà mai sul serio”.

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