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Arrestato a Capodichino il braccio destro del boss Michele Zagaria

NAPOLI – Vincenzo Inquieto fratello di Nicola, aveva già scontato 4 anni per favoreggiamento aggravato e dopo l’espiazione della pena si era trasferito in Romania. Le attività della DIA di Napoli, hanno consentito di accertare che l’uomo, originario di Aversa, ha gestito i principali affari del clan dei Casalesi negli ultimi anni. L’indagine che ha portato all’emissione dell’ordinanza di custodia emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, è stata supportata da intercettazioni telefoniche e ambientali. Nel fascicolo di Vincenzo Inquieto anche tantissime dichiarazioni di altrettanti collaboratori di giustizia ma anche accurate indagini patrimoniali,

E’ emerso come i componenti della famiglia Inquieto (con particolare riferimento ai fratelli Nicola e Vincenzo) siano stati tra i più vicini a Michele Zagaria avendone retto per anni la latitanza.

Il ruolo dell’uomo arrestato ieri è stato anche quello di coadiuvare Zagaria nelle relazioni esterne: riceveva ed inviava pizzini per conto del boss ed interagiva con gli altri componenti della famiglia del boss.

Più in particolare, le attività hanno messo in luce come Vincenzo Inquieto, fino al 2011, attraverso due aziende, operanti entrambe nel settore edile, idraulico ed elettrico e della distribuzione del gas, venisse favorito nell’affidamento di commesse pubbliche e private, nell’intero agro aversano, per intercessione del suo capo, Michele Zagaria.

L’operazione odierna segue quella del 12 aprile 2018 quando, in esecuzione ad un analogo provvedimento restrittivo, fu arrestato a Pitesti (Romania), il fratello Nicola poi condannato in primo grado dal Tribunale di Napoli Nord a 16 anni di reclusione lo scorso maggio. In quel contesto, fu eseguito uno dei più importanti sequestri operati dalla magistratura italiana all’estero (oltre 400 appartamenti, tre società, tutti riconducibili a Mihele Zagaria e gestiti, per suo conto, da Nicola Inquieto. Dopo l’arresto del fratello – tuttora ristretto in carcere in Italia poiché in regime di consegna temporanea da parte delle autorità romene – Vincenzo, che si era trasferito a Pitesti subito dopo la sua scarcerazione, era diventato il nuovo rappresentante della famiglia in territorio romeno, dove dimorava ormai stabilmente, facendo raramente rientro in Italia. Le attività di localizzazione poste in essere dalla DIA su delega della DDA di Napoli, consentivano di mantenere un costante monitoraggio sugli spostamenti dell’imprenditore aversano il quale, giunto in Italia con un volo proveniente da Bucarest ed atterrato a Capodichino, ha trovato ad accoglierlo gli agenti della DIA di Napoli i quali, con l’ausilio dell’ufficio di Polizia di Frontiera, dopo avergli notificato il provvedimento restrittivo emesso a suo carico, l’hanno poi condotto nel carcere di Secondigliano.

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