NAPOLI – “Che Napoli non sia una città per giovani, per famiglie e per bambini non lo scopriamo oggi, vista l’ormai evidente carenza di spazi verdi, parchi giochi, aree attrezzate e così via, in un deficit di servizi che da gap diventa voragine al confronto con altre città europee. Ma fa male scoprire che nonostante gli sforzi profusi e sbandierati da questa amministrazione ci sono ancora mille (mille!) bambini tagliati fuori dagli asili nido comunali. Non c’è bonus nido e ricorso al privato che tenga, in questi casi: abbiamo cristallizzato l’inefficienza della macchina comunale che anche quando dà fondo a tutte le sue risorse resta comunque ben lontana dal garantire i servizi minimi necessari alle famiglie partenopee”. Questo il commento di Enrico Ditto, imprenditore napoletano attivo nel campo della formazione, agli articoli di stampa che confermano che solo per un bambino su dieci è stata accolta la domanda per l’iscrizione agli asili nido comunali.
“Quello degli asili nido è un tema talmente sentito che ricordiamo bene essere stato addirittura trainante nella campagna elettorale dell’attuale Presidente del Consiglio. Si tratta di una sfida che come al solito coglie la Campania impreparata perché incapace di intercettare il cambiamento anche quando è già bello che avvenuto. Oggi paghiamo una situazione drammatica in cui spesso si affida alla buona salute dei nonni l’intero welfare famigliare. Le stesse famiglie sono cambiate ed è impensabile che la macchina pubblica non supporti tale mutamento creando le condizioni di crescita comune, anche quella anagrafica tanto chiacchierata ma poi nei fatti resa impossibile per centinaia di giovani”, analizza Ditto.
“Tornando a Napoli – continua – spiace constatare che ancora una volta riusciamo ad essere dramma nel dramma. Parliamo di circa mille famiglie a cui viene negato un diritto ormai imprescindibile, parliamo del rischio che mille donne e uomini debbano trovare compromessi tra vita privata e lavorativa ormai inaccettabili nel 2024, parliamo dell’atavica incapacità di Napoli di costruire una crescita che non sia quella smisurata e sguaiata turistica ma che parta dalla sua gente, dalle loro capacità messe a sistema”.
“Il mio appello da imprenditore ma anche da padre di una splendida bambina di 5 anni – conclude Ditto – è rivolto direttamente al sindaco Manfredi, che è uomo che dall’istruzione viene: si guardi intorno, scenda tra la gente e si renda conto che le famiglie che le hanno accordato la loro fiducia non sono nuclei a trazione patriarcale e monoreddito ma famiglie che aspirano a andare avanti e non indietro di un secolo e che vanno supportate in quella che altrove è normalità ma qui diventa una sfida”.