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Crollo Galleria Umberto, la famiglia Giordano ancora attende risarcimenti

NAPOLI – Il 5 luglio, una ferita della città che ancora non si è rimarginata.

Nove gli anni trascorsi dal giorno in cui il 14 enne Salvatore Giordano mentre stava passeggiando lungo via Toledo con degli amici, rimase gravemente ferito alla testa dopo essere stato colpito dai calcinacci crollati da uno dei fregi della Galleria Umberto, morendo pochi giorni dopo, il 9 luglio, in un reparto dell’ospedale Loreto Mare. Meno di un anno fa, la sentenza del tribunale che ha condannato cinque persone, tra cui alcuni dipendenti comunali, riconoscendo le responsabilità nella mancata adozione di misure di prevenzione non solo da parte dei privati ma anche da parte dell’amministrazione comunale e della sovrintendenza.

Eppure per la famiglia di Salvatore Giordano non è arrivato ancora nessun risarcimento, spiega Il legale dei genitori, l’avvocato Sergio Pisani.

Più che al risarcimento, ai coniugi Giordano ha fatto male il disinteresse della precedente e dell’attuale amministrazione, che avrebbero potuto almeno avviare un piano di manutenzione straordinaria per evitare altre tragedie come quella di Salvatore. Un disinteresse che si è visto anche in occasione della tragedia sfiorata di recente all’altra Galleria cittadina, la Principe Umberto.

Dal 24 giugno nessuno ha pensato ancora a rimuovere le pietre che, dopo essersi staccate dalla facciata del monumento, sono finite sul marciapiede dove c’è anche una fermata del bus. Per fortuna senza conseguenze. Un altro crollo si verificò un mese prima, dalla stessa facciata.

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