Decenni di sversamenti di rifiuti illeciti: pneumatici usati, materiali di risulta derivanti da lavori di ristrutturazione e tante, tante siringhe utilizzate per iniettarsi eroina. Ora l’Officina Delle Culture “Gelsomina Verde”, centro dedicato a Gelsomina Verde, vittima innocente della criminalità organizzata, uccisa il 21 novembre del 2004 a Napoli, è pronta a risorgere a nuova vita grazie all’operato della cooperativa (R)esistenza Anticamorra con il supporto di decine di scout arrivati da tutta Italia.
Il centro sorge in un’ex scuola che in passato, fino al 2012, veniva utilizzata dalla camorra per nascondere armi e come “ricovero abusivo” dei tossicodipendenti. In quel periodo la struttura veniva anche utilizzata come discarca abusiva che ora i volontari stanno ripulendo. “Abbiamo caricato, finora, 12 camion pieni di spazzatura e 45 bidoncini colmi di siringhe” – spiega Ciro Corona, presidente della cooperativa, al deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli che ha effettuato un sopralluogo al centro- “I ragazzi ci stanno dando una grossa mano non solo a ripulire ma a prenderci cura di tutta la struttura, come l’area giochi per bambini, e degli sfollati delle Vele. Presto qui sorgerà una pizzeria sociale il cui scopo sarà soprattutto, insegnare un mestiere ai detenuti che partecipano al programma.” “I beni confiscati e/o sottratti alla camorra e restituiti alla legalità hanno una grandissima, enorme, importantissima valenza simbolica. Viene ripulito ciò che è stato insozzato dai clan- in questo caso anche in maniera letterale- viene fatto risorge dalla cenere, come un’araba fenice, ciò che è stato bruciato da quelle fiamme che, come quelle dell’inferno, portano terrore, disperazione, miseria, per ridare speranza soprattutto. Oltre al simbolismo, esiste un aspetto più pragmatico che è quello di far partire progetti sociali che altrimenti nona avrebbero mezzi, risorse e strutture per poter cominciare.
Il lavoro di questa cooperativa è fondamentale in un territorio da decenni dimenticato dalle Istituzioni e lasciato in balia della camorra. Un progetto di rinascita territoriale, di riscatto sociale, di reintegrazione. Tutto quello che uno Stato assente non ha saputo portare. Per questo sarebbe importantissimo snellire le procedure burocratiche delle assegnazioni dei beni confiscati alle mafie che troppe volte restano abbandonati dando così alla cittadinanza, ed anche, purtroppo, agli stessi clan, alle cosche, ai gruppi criminali, un segnale di resa. Lo denunciava già Falcone e da allora poco o nulla è mutato.“- queste le parole di Borrelli.

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