NAPOLI – Sigilli a società e partecipazioni societarie anche riconducibili alla moglie e al figlio e 55 di milioni di euro sequestrati dalla Direzione investigativa antimafia ad Antonio D’Amico, 78enne imprenditore in diversi settori dell’economia, dai rifiuti ai trasporti ed edilizia, ritenuto affiliato al clan dei Casalesi e già rinviato a giudizio sulle presunte infiltrazioni della camorra nelle opere per la discarica di Chiaiano.
Il sequestro notificato dalla Dia all’imprenditore e ai componenti della sua famiglia, riguardano la Idrobioimpianti spa ed altre tre società attive nel settore tecnologie per l’ambiente. Secondo quanto emerso dalle indagini D’Amico, per il traffico illecito di rifiuti, frode in pubbliche forniture e truffa ai danni di enti pubblici, si sarebbe affiancato anche con i fratelli Carandente Tartaglia, commettendo, ritengono gli inquirenti, una serie di violazioni ambientali nella realizzazione della discarica di Chiaiano a Napoli.
Giuseppe Carandente Tartaglia ritenuto esponente di spicco della fazione Zagaria del clan dei casalesi. L’imprenditore avrebbe svolto un ruolo nell’illecito affidamento in sub appalto della realizzazione e la gestione della discarica di Chiaiano alle ditte di Giuseppe Carandente Tartaglia, condannato nel 2021 a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
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