ERCOLANO – Si chiamavano Samuel Tafciu, 18 anni, Aurora e Sara Esposito, 26 anni sorelle, le vittime dello scoppio nella fabbrica abusiva di fuochi d’artificio ieri a Ercolano in via Patacca.
L’ennesima tragedia del lavoro nero legata ai botti illegali quella che ha spezzato la vita di tre giovanissimi che avevano visto in quel lavoro un’opportunità di sopravvivenza.
Samuel, origine albanese, nonostante la giovane età era già papà.
Aurora e Sara, invece, cercavano semplicemente di guadagnare qualche euro.
Nessuno di loro aveva mai lavorato come confezionatore di fuochi d’artificio. Nessuno di loro aveva un contratto né sarebbe mai stato messo in regola.
“Oggi piangiamo tre giovani vite. Questa tragedia ci deve insegnare che la via maestra resta quella della legalità e del rispetto delle regole. Un grazie dal profondo del cuore alle forze dell’ordine, alla polizia locale, ai vigili del fuoco e al personale sanitario, che si sono prodigati nei soccorsi.
Al Comune né alle altre autorità sono mai pervenute richieste di autorizzazione. Conta poco dove fossero residenti i ragazzi, quello che mi frantuma il cuore è che dei giovani non possono morire così. Qui confezionavano fuochi d’artificio, ma se non sono mai arrivate richieste di autorizzazione significa che dobbiamo insegnare ai giovani che la via maestra, anche se la più lunga, è quella della legalità e del rispetto delle regole affinché quanto accaduto stasera non possa più accadere”. Questo il commento del sindaco di Ercolano Ciro Bonajuto.
Sull’accaduto si è alzata forte la voce dei sindacati che hanno fortemente stigmatizzato quanto accaduto.
“Una strage senza fine, una tragedia quotidiana a cui aggiunge la rabbia per la giovanissima età delle vittime e per il fatto che era al primo giorno di lavoro in una struttura abusiva. Non basta più il cordoglio e lo sdegno ma interventi concreti e urgenti in materia di sicurezza sul lavoro e anche sul fronte della legalità. Ormai l’elenco dei morti sul lavoro nella nostra regione è in continuo aumento. Con quelle di oggi salgono a 67 le vittime dall’inizio dell’anno. Al Governo Meloni, che continua con la politica dei tagli, anche sulla salute e la sicurezza di lavoratrici e lavoratori, non possiamo che rispondere con la protesta e lo sciopero generale, ormai l’unico strumento a disposizione per fare arrivare a Roma la voce di chi ogni giorno esce di casa per portare il pane a casa e, sempre più spesso, non vi fa più ritorno. Anche per queste ragioni il 29 novembre scenderemo in piazza a Napoli”.
Così il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci, commenta il crollo di una palazzina ad Ercolano, adibita a deposito abusivo di fuochi pirotecnici, in cui sono morti tre giovani.
“Non basta più l‘indignazione. Siamo vicini alle famiglie dei lavoratori che sono tragicamente scomparsi. Sembra che la vita non abbia più alcun valore – dice Melicia Comberiati segretaria generale della Cisl Napoli– Si tratta dell’ennesima tragedia in un territorio già pesantemente martoriato”. “Chiediamo – ha aggiunto – che si faccia presto piena luce sulle cause e sulle eventuali responsabilità di quanto accaduto”.
“Al più presto bisognerà chiarire le dinamiche e verificare le documentazioni della fabbrica. Su questo sta indagando la Procura di Torre Annunziata. Ad ora abbiamo ancora poche informazioni per poterci esprimere. Diamo tutto il nostro sostegno e conforto alle famiglie delle vittime e alla comunità di Ercolano. Ancora una votla, però, si deve riflettere sull’abusivismo e sulle tragedie sul lavoro”- queste le dichiarazioni del deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli assieme al giornalista Pino Grazioli che è di Ercolano e si è recato personalmente sul posto.