NAPOLI – Dopo tre anni, la piccola Noemi è tornata nel luogo in cui ha rischiato di morire per colpa di un proiettile esploso durante un agguato di camorra che la colpì per errore
Aveva 4 anni, oggi ne ha sette e a piazza Nazionale, teatro di quella terribile sparatoria, la bambina è tornata stringendo le mani dei suoi genitori, Tania Esposito e Fabio Staiano, per partecipare a un’iniziativa con le scuole Miraglia/Sogliano e Villari organizzata da Libera per lasciare la sua firma sul murale, riqualificato dopo che era stato imbrattato e che la ritrae come simbolo della legalità per tutti i giovani di Napoli
Nei giorni successivi al suo ferimento, Noemi lottò tra la vita e la morte in un letto della rianimazione dell’ospedale pediatrico Santobono e furono tanti i napoletani che si strinsero attorno a lei e alla famiglia, lasciando disegni, palloncini e regali all’esterno del nosocomio.
Oggi è costretta ancora ad indossare un busto che le permette di camminare. Ad attenderla in piazza, don Tonino Palmese, presidente di Libera, il prefetto Palomba e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi