NAPOLI – Un quadro che va ben oltre il degrado, ma rischia di sfociare più e più volte nell’illegalità. È quello dipinto da Giampiero de Luca, giornalista, che con un’anteprima sui social network anticipa una videoinchiesta che andrà in onda il prossimo 20 ottobre su Tv Luna, nella trasmissione “Dossier”.
Nel video ci sono già gravi testimonianze su ciò che è successo nel Fondo Zevola, dove le precedenti amministrazioni comunali hanno realizzato migliaia di fosse all’aperto mai utilizzate. Migliaia, milioni di euro sprecati per un fondo che sembrerebbe essere stato utilizzato solo per sversare illegalmente rifiuti tossici.
“Siamo curiosi di vedere l’intera inchiesta – affermano in una nota i due delegati EFI campani (Eccellenze Funerarie Italiane) Gennaro Tammaro e Alessio Salvato – perché tante criticità evidenziate dal lavoro del bravo Giampiero de Luca le denunciamo da anni, altre invece sorprendono anche noi”.
“L’Assessorato – reclamano i due imprenditori – deve immediatamente dare risposte già alle prime evidenze portate alla luce da questa inchiesta giornalistica. Oltre alla questione del Fondo Zevola, punta dell’iceberg di un sistema che da tempo denunciamo al collasso, apprendiamo che le ossa dei defunti sono stipate alla meglio in bustoni o in bare a vista accanto all’obitorio di Poggioreale, o che nel cosiddetto Quadrato ci sono 500 tombe inutilizzabili perché mal costruite dal Comune stesso”.
“L’assessore Sardu – concludono Tammaro e Salvato – fornisca immediatamente risposte sull’argomento. Se non è in grado di farlo, se tutto ciò è passato inosservato nel suo assessorato è bene che si dimetta immediatamente”.
“Abbiamo avuto modo di vedere l’anteprima dell’inchiesta che andrà in onda il prossimo 20 ottobre su Tv Luna sul cimitero di Poggioreale. Siamo felici di constatare che forse per la prima volta un giornalista, il bravissimo Giampiero de Luca, si ponga una domanda che a noi arrovella il cervello da quando è scoppiato il caso della compravendita dei nostri loculi con conseguente sequestro: come è possibile che il Comune di Napoli non abbia alcuna tipologia di responsabilità?”.
Lo dichiara il presidente Achille Sauro a nome di tutti gli appartenenti al “Comitato Tutela del Sepolcro Gentilizio”, che sono ormai da tempo in braccio di ferro con l’amministrazione cittadina napoletana che, dando seguito a una sentenza del Consiglio di Stato ha acquisito al patrimonio circa 90 manufatti cimiteriali di Poggioreale, sequestrandoli e serrandoli con un catenaccio. Ma con ancora i cari defunti all’interno.
“I miei assistiti – spiega l’avvocato Giovanni Rubinacci che cura i loro interessi – hanno sempre ribadito che in questa causa si sentono parte lesa. Tra i motivi per cui si è sedimentata in loro questa convinzione c’è anche il fatto che gli atti di acquisto dei loculi erano vidimati dal Comune di Napoli stesso, attraverso i suoi tecnici e periti. Come potevano non sapere che quelle cappelle erano abusive? Come hanno effettuato i controlli? Come è possibile che in sede penale e civile non venga riconosciuta loro nemmeno una responsabilità?”.
“Attendiamo fiduciosi – conclude Sauro – la trasmissione dell’intera inchiesta il 20 ottobre perché si ristabilisca un minimo di giustizia e verità”.