NAPOLI – Il 9 novembre alle 10.00, anche Foqus, la Fondazione Quartieri Spagnoli ETS e Dpdb – Dalla Parte Dei Bambini – Impresa Sociale, saranno in Piazza Cavour, per unirsi alle altre realtà del territorio e chiedere un piano straordinario di risorse per l’educativa.
Dopo la morte di Emanuele Tufano, di quindici anni, e quella del 19enne Santo Romano, il tema dell’educazione e della prevenzione è di terribile attualità.
Da anni, Foqus e Dpdb lavorano sul territorio per promuovere pratiche innovative e inclusive di educaizione e quindi non potevano restare indifferente dinanzi ad una “chiamata” così importante, che vede il coinvolgimento massivo delle forze associative napoletane.
Decine e decine di ragazze e ragazzi hanno perso la vita in questi anni tra le strade della città: vite spezzate da guerre di camorra, da violenze urbane, dalla marginalità, da contesti che vanno liberati dall’ingiustizia, dalla prevaricazione e dalla sopraffazione.
Armi, troppe armi. Pistole, esplosivi, armi di medio e piccolo taglio circolano tra le strade, le piazze, i vicoli e le scuole della nostra Napoli e feriscono, ammazzano, provocando dolore e morte. Armi e droghe, troppo facili da acquistare. Armi e droghe che finiscono nelle mani di giovani, adolescenti, bambini. Armi che vengono utilizzate senza controllo di giorno come di notte, quando gran parte della città spesso è lasciata in balia di bande e criminalità.
Liberare Napoli dall’uso e dalla cultura delle armi è l’urgenza di questo tempo. Che necessita di una strategia politica e culturale che deve strutturarsi e radicarsi nei luoghi e nel tempo. Sono passati trentanove anni dall’articolo di Giancarlo Siani che parlava dei muschilli, di minori sfruttati dalla camorra nei propri affari. E siamo ancora qui, a guardare attoniti ragazzini colpiti, coinvolti e travolti dalle stesse logiche violente; che anziché indebolirsi, sembrano radicarsi.
Oggi quei minori dispersi, disperati, abbandonati non sono spariti, si sono moltiplicati e sono ancora più soli, più arrabbiati, senza controllo, capaci di commettere errori e tragedie terribili a causa dell’ambiente in cui nascono, crescono e vivono; ambiente fatto di codici, linguaggi, gerarchie violente e prive di morale. Minori inesistenti per la politica, le istituzioni e l’opinione pubblica, salvo attenzionarli sempre e solo dopo l’avvenire di queste tragedie.
Come realtà di quartiere, parrocchie, scuole, cooperative, movimenti sociali, spazi culturali, biblioteche, associazioni sportive e presidi associativi sentiamo l’urgenza di prendere una posizione chiara e netta. Crediamo nell’educazione come potere di relazione, come possibilità di futuro, come opportunità per abbattere i muri di separazione che dividono Napoli in città diverse che convivono senza incontrarsi.
Siamo consapevoli dei tanti progressi che la nostra città ha compiuto ma sentiamo l’esigenza insopprimibile di ribadire che non possiamo stare tranquilli fino a quando un bambino, un adolescente, un giovane ha meno possibilità di altri suoi coetanei perché nato in un contesto difficileche non offre alle famiglie gli strumenti per uscire dalle condizioni di marginalità, di povertà e di esclusione.
Chiediamo inoltre che i temi dell’educazione, della prevenzione, dell’inclusione sociale delle fasce marginali devono tornare al centro del dibattito politico campanoperché se è vero che i bambini non votano è ancor più vero – come è sotto gli occhi di tutti – che dalla loro educazione e dalle nostre strategie preventive passa il presente e il futuro della nostra città.
Serve che su Napoli e sulla Campania ci sia un “disegno” vero e lungimirante, frutto di un patto costante tra istituzioni, mondo del terzo settore, scuola, associazionismo, realtà imprenditoriali, chiese e realtà religiose: occorre un lavoro dignitoso, una sicurezza senza retorica, un controllo del territorio e un piano educativo straordinario che contempli interventi straordinari dagli asili all’età adulta, e non provvedimenti presi sull’onda mediatica e che puntano solo sulla repressione, senza prendere in carico le persone e i contesti.
Il 9 novembre alle 10.00 ci incontriamo in Piazza Cavour.Un microfono aperto, un’assemblea per ascoltarci e prendere parola pubblica insieme. Perché troppo ai margini è rimasta la necessità di un piano straordinario di risorse per l’educativa; perché troppo soli, troppo precari, troppo inascoltati siamo stati in questi anni. Un momento per rendere visibile lo straordinario lavoro che facciamo e per chiedere che le nostre pratiche innovative, generative, informali, collaborative diventino una politica pubblica. Perché abbia risorse, pensiero, continuità il lavoro di cura e di presa in carico che facciamo nelle comunità: nella scuola, nei territori.
Hanno aderito alla manifestazione con noi di FOQUS – Fondazione Quartieri Spagnoli e DPDB – Dalla Parte Dei Bambini:
Patto Educativo per Napoli
Libera contro le mafie
Rete del Rione Sanità
Azione Cattolica Arcidiocesi di Napoli
Dedalus Cooperativa Sociale
GRIDAS – Gruppo Risveglio Dal Sonno
Scuola Calcio Arci Scampia
Associazione Dream Team – Donne in Rete
Arrevutammece
Associazione Napoli InVita – Rione Sanità
Coordinamento campano dei familiari delle vittime
Associazione Un Popolo In Cammino per Genny vive
Donne in Nero – Napoli
Associazione Annalisa Durante
TerradiConfine
Larsec – Secondigliano
Secondigliano ASD
Associazione Quartieri Spagnoli
Unione degli Studenti
Mani Tese – Campania
Arci Movie
Maestri Di Strada
Stop Biocidio
Caritas Diocesana – Chiesa di Napoli
Rete Educativa Rione Sanità
Legambiente Campania
Asso.Gio.Ca.
Coop. Terra e Libertà
Coordinamento Kaos
Art. 33 – Gioco Immagine e Parole
Figli in Famiglia – ONLUS
Fondazione Famiglia di Maria
Xenia
SOMS Barra
Noi@Europe
Comitato Anticamorra per la legalità
Laboratorio Insurgencia
Forum Terzo Settore Campania
Consorzio CO.RE.
TrAM – Travel for Action and Memory Cooperativa Sociale
AsCenDeR – Centro di Documentazione e Ricerca
Fondazione Siani
Fridays For Future Napoli
FaRe Comunità APS
Legambiente Parco Letterario Vesuvio APS
Venti di Speranza APS
ACLI Beni Culturali
Fondazione Silvia Ruotolo