FRATTAMAGGIORE – Ieri sera i carabinieri della compagnia di Caivano sono intervenuti – allertati dal 112 – nell’ospedale di Frattamaggiore per una persona ferita da colpi d’arma da fuoco. Poco prima un 26enne di Caivano già noto alle forze dell’ordine si era presentato ferito al polpaccio sinistro da un colpo d’arma da fuoco. Da una prima sommaria ricostruzione ancora da verificare pare che l’uomo sia stato sparato da sconosciuti e senza alcun apparente motivo mentre passeggiava a Caivano. Indagini in corso da parte dei Carabinieri impegnati ne ricostruire l’intera vicenda.

“Il ferimento di un uomo a Caivano conferma che, contro la camorra, non servono le passerelle e che la repressione, da sola, non produce alcun effetto concreto duraturo”.
Lo hanno detto i rappresentanti del Comitato anticamorra per la legalità sottolineando: “Un paio di giorni fa abbiamo chiesto al Prefetto di accendere i riflettori su Arzano dove continuano a verificarsi furti che sembrano essere veri e propri avvertimenti dei clan a commercianti e imprenditori e oggi arriva la notizia che la camorra è tornata a sparare anche in quella Caivano che, per qualcuno poco attento, era diventata una sorta di isola felice”.
“Ci spiace dirlo, ma è la dimostrazione che la ricetta da seguire non è quella della repressione, delle operazioni spot e delle passerelle se davvero si vogliono ottenere risultati nella lotta contro la camorra” hanno aggiunto i rappresentanti del Comitato per i quali “la strada da intraprendere è un’altra ed è fatta di repressione, ma anche di prevenzione e la prevenzione passa attraverso interventi che vadano a incidere sulla formazione delle nuove generazioni e che creino lavoro. Solo così si potrà togliere manodopera ai clan e vincere la guerra contro la camorra che di certo non si intimidisce per passerelle e operazioni che sembrano ispirate solo dalla necessità di fare propaganda sulle spalle di chi vive in quartieri difficili e non ha bisogno di Prefetti Mori, ma di azioni concrete che risolvano i tanti problemi con cui devono confrontarsi quotidianamente nei quartieri dove regna il degrado perché sono tante le Caivano in Italia”.

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