NAPOLI – E’ critica la condizione della sicurezza stradale a Napoli e nel resto della regione Campania.
Secondo gli ultimi dati ACI-Istat, nel 2017, nell’intera provincia di Napoli si sono verificati 5.625 incidenti stradali che hanno causato 95 morti e 7.325 feriti. Rispetto all’anno precedente, che già era stato caratterizzato da un preoccupante rialzo della mortalità stradale, risultano in crescita sia i sinistri (+2,4%) che i decessi (+4,4%), mentre diminuiscono leggermente gli infortunati (-0,7%).
Nell’ambito della provincia partenopea, tuttavia, un discreto miglioramento si registra nel comune di Napoli dove, sebbene aumentino gli incidenti (2.347; +3,2%), contemporaneamente si riducono le loro conseguenze in termini di morti (25; -16,7%) e di feriti (3.109; -0,4%).
Complessivamente, nell’intera regione Campania si registra una recrudescenza del fenomeno incidentalità stradale. Le persone che hanno perso la vita per questo motivo, infatti, sono aumentate di ben l’11% (sono 242 in termini assoluti). In base ai costi generali medi per sinistro stradale, calcolati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, si può stimare che, in Campania, il costo sociale annuo degli incidenti è pari a un miliardo e 200 milioni di euro: in pratica, i sinistri incidono sull’intera collettività con un costo medio pro capite pari a 206 euro all’anno.
Si ricorda che, in base alla Convenzione di Vienna del 1968, nelle statistiche ufficiali sono inclusi solo gli incidenti stradali censiti con danni alle persone (morti o feriti) ed i deceduti sul colpo o, comunque, entro il trentesimo giorno dalla data del sinistro.
“I dati sull’aumento di incidenti e di morti e feriti in Campania forniti dall’Aci sono un segnale preoccupante di cui tener conto e impongono la necessità di adottare misure che riducano questi numeri”.
Lo ha detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, per il quale “serve un programma straordinario di messa in sicurezza delle nostre strade, anche migliorando l’illuminazione e la segnaletica, ma, per farlo, è necessario anche un intervento da parte del Governo perché è chiaro che le spese necessarie non possono ricadere solo sulle casse della Regione e degli enti locali. Bisogna riproporre nelle scuole interventi di educazione civica stradale e colpire le famiglie che acquistano e insegnano a guidare a ragazzini di 7 o anche 8 anni scooter. Spesso questi ragazzini finiscono in ospedale per incidenti di varia natura causati da mezzi che non dovrebbero guidare”.
“Sarebbe poi il caso anche di valutare iniziative forti come quella di non pagare le spese sanitarie e i risarcimenti dei danni a quelle persone maggiorenni che rimangono coinvolte in incidenti stradali per colpe inconfutabili, come nel caso di cadute mentre si va a forte velocità senza casco o in stato di ebbrezza” ha aggiunto Borrelli per il quale “una cosa è il diritto a essere assistiti, un’altra è spendere soldi per gente che, volutamente, mette a rischio la propria incolumità e quella degli altri. Chi ad esempio fa gare di velocità a via Marina, a Via Toledo o a Via Tasso assolutamente illegali e pericolose deve mettere in conto che non avrà aiuti economici per le spese sanitarie e ogni altro tipo di risarcimento”.
COMUNE DI NAPOLI
Aumentano gli incidenti, ma diminuiscono le vittime della strada, con la conseguenza che il tasso di mortalità (numero di morti ogni 100 incidenti) si riduce, passando da 1,3 del 2016 a 1,1 del 2017. Tuttavia, preoccupa il notevole coinvolgimento delle utenze deboli. Il 52% dei decessi è costituito da pedoni ed il 40% da centauri. Riguardo all’età dei soggetti coinvolti,il 44% delle persone che hanno perso la vita in sinistri stradali sono “over 65″, mentre il 40% dei feriti ha meno di 30 anni. La guida distratta, quasi sempre dovuta all’uso del cellulare, è la causa principale degli incidenti (27%), mente all’alta velocità va imputata la maggioranza di quelli mortali (60%). La fascia oraria 22-6 è quella più critica: un morto su tre, infatti, si verifica di notte.
PROVINCIA DI NAPOLI
Analizzando l’intera provincia partenopea, spicca un dato su tutti: il fenomeno è particolarmente rilevante sulle strade extraurbane dove gli incidenti aumentano dell’11,8%, i feriti del 7,2% ed i morti addirittura del 220%. Cresce il coinvolgimento dei veicoli a due ruote motorizzati (+11,4%), a testimonianza che anche nell’area metropolitana di Napoli i centauri costituiscono la categoria di utenti più esposta: il 38,9% dei morti ed il 39,3% dei feriti viaggia a bordo di una moto o di un ciclomotore. Dopo Napoli, Pozzuoli è il comune con il maggior numero di sinistri e infortunati (rispettivamente 191 e 277); Giugliano in Campania, invece, quello con più decessi (12).
REGIONE CAMPANIA
A livello regionale, aumentano gli incidenti (+1,5%) e, soprattutto, i morti (+11%). Solo per i feriti si osserva un lieve miglioramento (-0,9%). Non a caso, il tasso di mortalità in Campania è pari a 2,4, nettamente più elevato dell’1,9 registrato a livello nazionale. Rispetto all’obiettivo europeo del dimezzamento (-50%) del numero delle vittime della strada, da raggiungere nel periodo 2010-2020, la regione sinora fa registrare un decremento di appena il 4,7%, che la colloca al quart’ultimo posto in Italia. Male, in particolare, i tratti autostradali che attraversano la Campania dove il numero dei morti è aumentato addirittura del 41%, tanto da far schizzare il loro tasso di mortalità a 4,2. Tra le province campane, Salerno è quella caratterizzata dal maggior incremento di decessi (+42,1%).
COMMENTO
“La situazione è piuttosto grave – commenta lapidario il Presidente dell’ACI Campania, Antonio Coppola. La sicurezza stradale è scivolata progressivamente fuori dall’agenda politica, sia a livello provinciale che regionale, e questi sono i risultati. Si investe poco, anzi quasi nulla, nella manutenzione delle infrastrutture e nella formazione degli utenti della strada. Non sorprendiamoci, perciò, se, a causa delle strade rovinate, dell’assenza di attraversamenti pedonali protetti ed anche dei comportamenti scorretti, i motociclisti ed i pedoni siano le categorie maggiormente a rischio. Indigna, poi, il dato relativo alle autostrade dove, nonostante il tutor ed i lauti guadagni delle concessionarie, grazie alla riscossione di pedaggi sempre più cari, gli incidenti mortali risultano, comunque, in aumento. Occorre maggiore responsabilità da parte dei proprietari e gestori delle strade. A partire dagli Enti locali che, nella stragrande maggioranza dei casi, disattendono il Codice della Strada che, all’articolo 208, impone loro di utilizzare il 50% dei proventi delle multe per attività finalizzate al miglioramento della sicurezza stradale. Analogo discorso vale pure per la Regione e le Province che dagli utenti motorizzati incassano rilevanti risorse in termini di bollo auto, imposta di trascrizione e quella gravante sulla RCA, senza però investirle per migliorare la sicurezza e, più in generale, le condizioni della mobilità. Intanto, l’obiettivo europeo è diventato irraggiungibile e questo insuccesso contribuisce a collocarci sempre più ai margini della UE”.