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L’onda lunga di Lidia Tassella

Napoli- di (Vania Fereshetian)

“Dall’oratorio della chiesa ai piu’ rinomati teatri cittadini”

Incontriamo l’emergente attrice Lidia Tassella sul lungomare di Bagnoli, ci accompagna uno scenario mozzafiato e cerchiamo di farla conoscere meglio al grande pubblico.

“ Mi chiamo Lidia Tassella ho 32 anni e vivo da sempre  a Bagnoli – così inizia a presentarsi l’attrice  –  ed è proprio in questo quartiere che ho iniziato a muovere i primi  passi nel mondo del teatro. Avevo 12 anni ed iniziai a frequentare l’oratorio della chiesa Sant’Anna, li la domenica con alcune amiche ci divertivamo ad animare le messe e così conoscemmo una persona che ebbe l’idea di creare un  gruppo teatrale all’interno della struttura, divenne così un punto di ritrovo per noi giovani ragazzi che iniziammo ad apprendere le prime basi della recitazione “.

Chi e’ stata la prima persona a credere nelle tue qualita’ recitative ?

“ Ed è proprio nella chiesa Sant’Anna che conobbi Salvatore Orga, lui faceva parte del gruppo degli adulti ed insieme mettemmo in scena il mio primo spettacolo “Grease”. Avevo una piccola parte, ero solo una figurante, avevo due battute che ricordo ancora, ero emozionatissima, ma grata per quell’ esperienza. Iniziai così a prendere confidenza con le tegole del palco. E’ stato quello l’inizio della mia più grande passione. Di li a poco, crearono una vera e propria scuola e Salvatore divenne uno dei miei insegnanti, andammo in scena con altri musical, unimmo le classi di recitazione con danza e canto e mettemmo in scena vari spettacoli. Poi, come per tutte le cose della vita, per selezione naturale, da 30 persone ne rimanemmo una decina e continuammo a mettere in scena spettacoli per di più teatrali. Con il tempo Salvatore per divergenze caratteriali decise di metter su una sua compagnia ed io e Roberta ( anche lei iniziò con noi nell’oratorio) lo seguimmo. All’ inizio non fu facile ripartire da zero, cercammo persone che voleva aderire al nostro progetto e così nel  2013 è nata la Vana Imago. Abbiamo iniziato in 5 nel boxe di Francesco Massimilla, tra scatoloni, macchine e arnesi mettemmo in scena i primi spettacoli brillanti, ci arrangiavamo come potevamo con scenografie e costumi, salivamo sui palchi delle piccole chiesette di quartiere  ma eravamo tutti uniti dalla stessa passione, quella per il teatro “.

Come sei riuscita a conciliare il teatro con le altre tue attivita’ ?

“Non è stato facile nel corso degli anni conciliare tutto ma credo che quando si è spinti da una forte motivazione, la stanchezza pesa di meno. Tornare la sera tardi dopo una giornata di lavoro o di studio e andare a fare le prove è sicuramente stancante, ma quando si ha fame di mettere su uno spettacolo tutto diventa meno pesante. L’adrenalina che si ha quando si aspetta dietro le quinte la tua battuta d’ingresso, l’energia che ti trasmette l’applauso caloroso del pubblico o la spinta di grandi risate dopo una battuta sono sensazioni che ti fanno azzerare tutte le fatiche provate nei mesi precedenti, durante la preparazione “.

Ti sei sentita subito a tuo agio nei personaggi da protagonista che interpretavi  ?

“ Io e Salvatore siamo stati per un lungo periodo i protagonisti delle commedie che proponevamo, io mi  sentivo sempre inadeguata per il ruolo da protagonista, un po’ per l’età anagrafica che i personaggi richiedevano e soprattutto per la mancanza di esperienza che avevo, ma grazie al mio compagno di scena, che con una pacca sulla spalla o uno sguardo di intesa, faceva azzerare tutte le mie ansie e preoccupazioni. Portare avanti una commedia con il ruolo di protagonisti non è facile, senti su di te il peso di tutti, ma al contempo ti da grandi soddisfazioni “.

C’e’ un personaggio in particolare che ricordi per la difficolta’ ?

“ Ricordo ancora tra tutti gli spettacoli fatti, la difficoltà che ho avuto nell’interpretare il ruolo di Donna Chiarina in: Donna Chiarina pronto soccorso. Avevo tutta la commedia sulle mie spalle, ero la capocomica, dettavo il ritmo e molti ragazzi nuovi facevano affidamento su di me, forse grazie a quel personaggio sono cresciuta come attrice, ma è stato davvero difficile. Poi però quando sono diventata padrona del personaggio ho iniziato a divertirmi e più mi divertivo più lo faceva il pubblico. Da li ho capito che la chiave di tutto è il divertimento, rendere proprio il personaggio, metterci qualcosa di nostro e dare sfogo alle emozioni “.

Ci risulta che sei stata scritturata da altre compagnie teatrali ?

“ Ho deciso anche negli anni di fare altre esperienze teatrali con altre compagnie perché sono cresciuta con la sete di apprendere il più possibile e di affacciarmi ad altre realtà per  imparare da chi ha studiato ed è già formato teatralmente. Le esperienze servono ad arricchirti  ed io penso che il teatro non ti lascia mai soddisfatto al cento per cento, c’è sempre qualcuno da cui poter imparare, qualcosa su cui poter prendere spunto e soprattutto, è importantissimo studiare. Io per alcuni anni ho cercato di frequentare corsi, stage che mi hanno dato tanto sia dal punto di vista personale che teatrale. Il teatro ti arricchisce, ti mette in contatto con lati di noi stessi che ignoriamo e ti regala la facoltà di poter sperimentare personaggi nuovi con cui confrontarci. È un’ottima terapia che in molte fasi della mia vita mi ha aiutata e gli devo molto, anche un po’ della donna che sono diventata “.

Ringraziamo Lidia per averci risposto  in modo esauriente e sincero, ne esce fuori lo spaccato  di una ragazza che ha nel DNA  i cromosomi della recitazione, da buona napoletana.

 

 

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