NAPOLI – “Domani, 30 settembre, sarà trascorso giusto un anno da quando, il 1° ottobre dell’anno scorso, i treni della funicolare di Chiaia si sono fermati mentre le porte delle stazioni sono rimaste sbarrate senza che si siano mai visti operai al lavoro, assestando un altro duro colpo a un trasporto pubblico che a Napoli notoriamente fa acqua da tutte le parti, come dimostrano le cronache quotidiane cittadine. I 15mila “orfani” dell’impianto a fune, ricordano questo primo anniversario con un manifesto funebre, listato a lutto “. A segnalare l’avvenimento è Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, da lustri impegnato a segnalare le vicende e purtroppo i tanti malfunzionamenti che da tempo stanno caratterizzando la vita delle quattro funicolari cittadine, fondatore sul social network Facebook del gruppo: “Napoli: gli “orfani” della funicolare di Chiaia”, attraverso il quale lo stesso Capodanno lancia la proposta di organizzare una veglia funebre dinanzi ai cancelli chiusi della stazione superiore dell’impianto a fune, in via Cimarosa.
“Le ripercussioni sulla viabilità – sottolinea Capodanno -, in questo lungo periodo di tempo, si sono aggravate anche per la totale insufficienza dei mezzi sostitutivi messi in campo dall’ANM. Il traffico al Vomero, anche in questo inizio del periodo autunnale, ogni giorno continua ad andare in tilt con strade e piazze bloccate, in particolare nelle ore di punta, all’ingresso e all’uscita delle scuole, segnatamente lungo le arterie che si dipartono da piazza degli Artisti per raggiungere le altre zone della collina ma anche nel quadrilatero via Cimarosa, via Bernini, via Stanzione, via Annella di Massimo “..
“Intanto – afferma Capodanno – cresce il disappunto per l’eccessiva durata del fermo dell’impianto a fune, per il quale solo a maggio scorso, al quarto tentativo, è stata aggiudicata la gara d’appalto per i lavori di revisione ventennale. Certamente si tratta di opere importanti che riguardano la sostituzione di tutte le apparecchiature elettriche, elettromeccaniche e meccaniche della sala argano e degli impianti connessi alla trazione, per un importo complessivo di poco meno di 7 milioni di euro. Ma trecento giorni ovvero dieci mesi per la loro esecuzione sono tanti e l’impianto, considerando che i lavori, stando alle ultime notizie, dovrebbero iniziare a fine ottobre, aggiungendo i tempi per effettuare le prove finalizzate a ottenere il nulla osta dell’Ansfisa, riaprirà, se tutto va bene, a ottobre dell’anno prossimo, con un fermo complessivo di ben due anni, a fronte dei sei mesi indicati originariamente per i lavori in questione: un tempo dunque quadruplicato! “.
” L’auspicio – puntualizza Capodanno – è che vengano attivate modalità operative per accelerare i tempi per la realizzazione dei lavori di revisione, anche effettuando lavorazioni nelle ore notturne e su tre turni, incrementando, laddove ciò si rendesse necessario, pure il numero di operai. In altre parole il tempo di durata dei lavori deve essere ridotto, al massimo, al periodo originario, vale a dire a sei mesi. In questo modo la funicolare di Chiaia potrebbe essere riaperta al pubblico prima del periodo estivo dell’anno prossimo “.
“Comunque vada – conclude Capodanno – Napoli ancora una volta acquisirà un nuovo primato negativo nell’ambito del funzionamento del trasporto pubblico. Difatti, con l’attuale cronoprogramma, alla fine, la funicolare di Chiaia, se tutto va bene e se non venissero ridotti i tempi per l’esecuzione dei lavori, così come richiesto, rimarrà chiusa per ben due anni, battendo ampiamente il primato detenuto dalla funicolare Centrale che, anch’essa, per i lavori di revisione ventennale, rimase chiusa al pubblico dal 1° agosto 2016 al 22 luglio 2017, dunque per poco meno di un anno “.