NAPOLI – “I disagi che sta causando in questi giorni, con tanta gente ancora in città, la chiusura al traffico sia in entrata che in uscita dello svincolo d’ingresso Vomero, da e per via Cilea, rappresenta l’occasione per riproporre, a oltre cinquant’anni dall’inaugurazione della prima tratta, l’abolizione del pedaggio sull’importante asse viario partenopeo. Diverse le iniziative, anche se sporadiche, che si sono succedute negli anni, rispetto a questo problema molto sentito dai napoletani, specialmente in occasione dei diversi aumenti del pedaggio. Una di queste fu lanciata in occasione di una delle ultime tornate elettorali amministrative, quando si accennò alla possibilità di consentire il libero passaggio, almeno ai caselli posti sul territorio cittadino, per il transito delle autovetture. Transito per il quale i napoletani da oltre mezzo secolo pagano un oneroso balzello, pure per spostamenti che riguardano piccoli tratti urbani. Danaro che, in tutto questo tempo, è finito nelle casse della società concessionaria “. Ad intervenire sulla questione è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che da tempo si batte per chiedere l’abolizione del pedaggio sull’importante arteria cittadina, anche attraverso la creazione su Facebook di un apposito gruppo, fondato nel lontano 2011.
“È assurdo che i napoletani, caso più unico che raro, sull’intero territorio nazionale, siano costretti a pagare un pedaggio per transitare su un tratto di arteria di fatto urbana, dove nelle ore di punta, sovente si è costretti a transitare a passo d’uomo – puntualizza Capodanno -. Strada chiamata impropriamente “tangenziale” alla luce del dato che essa notoriamente non “tange” bensì attraversa il capoluogo partenopeo, creando peraltro notevoli intralci anche a diverse uscite dei caselli cittadini, in particolare, nell’area collinare della Città, alle uscite di via Cilea e dell’Arenella, anche per la mancanza di parcheggi d’interscambio e di destinazione che andavano già progettati all’atto della realizzazione “.
“Questo collegamento est-ovest, che va da Capodichino a Pozzuoli, lungo un tracciato di circa 20 km, fu realizzato tra gli anni sessanta e gli inizi degli anni settanta, purtroppo senza alcun contributo economico da parte dello Stato e degli Enti locali – ricorda Capodanno -. Da qui la convenzione con l’ANAS, rinnovata attualmente fino al 31 dicembre 2037, all’atto della scadenza dei primi 33 anni della gestione affidata alla società privata “.
“Nel frattempo – sottolinea Capodanno – il pedaggio è lievitato dalle iniziale 150 lire per asse, quando la tangenziale fu inaugurata nel 1972, all’attuale tariffa di un euro tondo per le autovetture e altri veicoli a due assi, con una lievitazione di oltre il 600%. Nel bilancio del 2017 della società concessionaria, a fronte di 85,3 milioni di transiti all’anno, sono riportati ricavi complessivi per 69,6 milioni di euro, con introiti netti, per il solo pedaggio, pari a 66,2 milioni di euro e un utile di 7,6 milioni di euro “.
“Purtroppo è rimasta a tutt’oggi senza alcun riscontro operativo la richiesta, più volte avanzata, di restituire questa strada all’uso pubblico gratuito – ricorda Capodanno -, risolvendo la convenzione e affidandone la gestione ad una società a prevalente capitale pubblico da costituire con la partecipazione della Regione, della Provincia e dei Comuni interessati “.
Capodanno si augura che, dopo tanti anni di battaglie, finalmente, con l’intervento del Governo nazionale, si possa giungere in tempi rapidi alla soluzione auspicata, con l’eliminazione, dopo oltre mezzo secolo, del pagamento del pedaggio sulla tangenziale di Napoli.