NAPOLI – È Bruno Solla, noto ras del clan De Luca Bossa di 60 anni l’uomo ucciso a colpi d’arma da fuoco ieri sera nel quartiere Ponticelli, in via metamorfosi. Poco dopo è giunta l’ambulanza sul posto che l’ha subito trasportato in codice rosso all’Ospedale del Mare, ma le sue condizioni sono apparse subito disperate e non sono serviti i tentativi di rianimazione da parte del personale medico, dopo poco le 21.00 è deceduto. Sembrerebbe che un’automobile gli si sarebbe affiancata mentre era sul motorino e da qui sarebbero partiti i colpi. Sull’omicidio indaga la squadra Mobile di Ponticelli.
Nella stessa zona dov’è avvenuto l’omicidio ieri sera, nel 2016 venne ucciso il fratello Salvatore detto Totore ‘o Sadico, fu freddato all’interno del Lotto O di Ponticelli: stessa dinamica, la vittima si trovava a bordo della sua Mini Cooper quando venne avvicinato e raggiunto da sei colpi di pistola al petto.
Il Deputato Francesco Emilio Borrelli commenta così: “A Ponticelli, la scorsa notte, un pregiudicato è stato ucciso con numerosi colpi d’arma da fuoco da un commando composto da almeno due killer. La vittima sarebbe legata agli ambienti della criminalità organizzata dell’area orientale di Napoli e considerato dagli inquirenti vicino al clan De Luca Bossa. Da più di un anno la situazione nella periferia orientale di Napoli è altamente esplosiva. Sono infatti ben tre i gruppi criminali che si contengono il territorio a suon di bombe e di stese: I De Luca Bossa- che hanno guadagnato potere dopo lo sgretolamento prima dei D’Amico( i “fraulella”, legati ai Mazzarella) e poi dei De Micco (i Bodo), il cui reggente Marco De Micco, ne settembre 2022, fu il destinatario proprio di un avvertimento tramite l’esplosione di un ordigno– che hanno la loro roccaforte nel Lotto O di Ponticelli, detto anche il Lotto Zero, e con appoggio logistico a Barra; i Casella, a legati ai primi, blindati nel Rione Luzzatti; I De Martino, ovvero gli XX,- legatissimi ai Bodo- che cercano di mantenere il controllo del Rione Fiat. I contrasti tra i De Luca Bossa, egemoni sul territorio, ed i De Micco risalgono al 2013 nel pieno della faida tra i Bodo e i “fraulella. Era il 28 gennaio quando dei killer arrivarono nel rione Conocal ed aprirono il fuoco contro due ragazzi che persero entrambi la vita. Uno di essi, il vero obiettivo del raid, era il 21enne Gennaro Castaldi, considerato vicino ai D’Amico. L’altro, un 19enne, estraneo alle dinamiche camorristiche ma con un cognome pesante – si chiamava Antonio Minichini ed era il figlio del boss Ciro Minichini (il cui clan è legato ai De Luca Bossa) e di Anna De Luca Bossa, sorella di Tonino ‘o sicco (fondatore del clan) e figlia di Teresa De Luca Bossa, la prima donna condannata al 41bis per camorra- mori all’alba del giorno successivo, nonostante un delicato intervento chirurgico. Il clan degli XX Il uno di quelli principali nel quartiere, è attualmente in contrasto per il controllo di estorsioni e droga con l’alleanza composta dagli storici De Luca Bossa e dai Minichini e dagli Schisa. La doppia X con cui vengono denominati per convenzione i De Martino è probabilmente nata sui social, con Antonio De Martino, che con quella sigla firmava i suoi post.
Inoltre le tensioni della periferia est si estendono fino al centro della città. Infatti ai Quartieri Spagnoli dei giovani legati al Clan Mariano e dei ragazzi vicini ai gruppi Minichini e De Luca-Bossa starebbero regolando i conti per una lite in discoteca di qualche anno fa. L’episodio più eclatante fu la stesa a Piazza Trieste e Trento nel marzo del 2019 per la quale è stato condannato in Primo Grado Alessio Bossis, 22 anni, ucciso poi a Volla lo scorso ottobre. Il pericoloso gioco delle alleanze di camorra, che si saldano si sfaldano con una velocità impressionante, rende difficile il compito degli inquirenti anche nell’identificare le zone a più alto rischio. Non c’è, però, dubbio alcuno che il centro storico e la periferia orientale, che sono legate da un doppio filo per quel gioco di alleanze di cui sopra, debbano essere considerate zone rosse. Non è certo migliore la situazione nella parte occidentale della città e nella periferia e l’hinterland a Nord. Come togliere il territorio dalle mani dei clan? Sarà un lavoro lungo e snervante ma che deve essere portato avanti spendendo ogni briciolo di forza. Innanzitutto bisogna togliere alle organizzazioni criminali manovalanza, appoggi e soldi e per farlo bisogna contrastare in maniera durissima la criminalità urbana, la micro-criminalità e il fenomeno della baby-gang, eliminare l’economia sommersa e quella illecita, ad esempio il mercato della droga e del falso e il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, favorendo quella legale, creando opportunità per le imprese pulite. Questo è il punto di partenza.”