Sono tutte molto giovani, delle adolescenti che non arrivano a 14 anni, alcune sono delle bambine di 8-9 anni, tutte unite da uno scopo comune: terrorizzare e prevaricare sulle coetanee.
È nato tutto come un gioco, una sfida violenta, la gara delle “mazzate”, che ora si è trasformata in un vero e proprio assalto criminale ai danni di altre ragazzine. La Challenge parte dai social dove è stato creato un account ad hoc dove le aspiranti partecipanti possono iscriversi e seguire l’evolversi del “gioco”. Le vittime sacrificali vengono scelte a caso, sempre sui social o attendendo sul luogo dello scontro la prima passante che soddisfa le esigenze. L’aggreditrice, invece, viene scelta attraverso un sondaggio, una votazione.
Si tratterebbe di adolescenti del Borgo di Sant’Antonio Abate, come hanno raccontato alcuni residenti, rivoltisi al deputato di alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli, che conoscono le famiglie delle ragazzine, che hanno scelto di piazzare la loro bandierina nei pressi di Porta Capuana. Secondo i testimoni si tratterebbe per la maggior parte di giovani ragazze lasciate allo sbando dai rispettivi genitori, alcuni dei quali noti per vicende di cronaca molto gravi.
Ma la baby-criminalità a Porta Capuana non veste soltanto di rosa, a volte ha le sembianze di un ragazzino incappucciato che mostra orgoglioso sui social pistole e fucili alla mano.
Chi ha raccontato delle baby-picchiatrici, ha anche rivelato che in zona a seminare terrore ci sia una baby-gang che terrorizza, pesta e rapina i coetanei.
“Da tempo Porta Capuana è una città nella città, un non-luogo dove oramai esistono poche regole, un porto franco dove la legge spesso non entra”- dichiara Borrelli- ”Qui degrado, violenza, atti delinquenziali, soprusi, sono diventati una realtà quotidiana. L’escalation di criminalità ha reso queste zone non più vivibili se non, appunto, dai criminali che avendo vita facile prosperano nell’illegalità e nella violenza a cui non viene posto un limite. Interventi duri e decisi sono necessari, avrebbero dovuto esserselo da anni e ora appare più difficile contrastare il fenomeno, ma la soluzione è far presidiare le strade giorno e notte come chiediamo da tempo e intervenire sulle famiglie con i servizi sociali.
Lo strapotere delle baby-gang è il frutto di decenni di lassismo, di sottovalutazione del problema, di atteggiamenti troppo morbidi. Le numerose vittime dei baby-criminali raccontano che si è sbagliato tutto. Ora è tempo di cambiare musica”