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Putin parla alla Nazione: “Ci difenderemo”. Sul nucleare annuncia “Ci ritiriamo dal Arms Reduction Treaty”

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“Siamo obbligati a proteggere i nostri figli dal degrado e dalla degenerazione e lo faremo.” Queste le parole del Presidente Putin fatto oggi alla nazione, durato un’ora e 45 minuti. “Parlo in un momento molto complesso e decisivo di cambiamenti radicali che definiranno il futuro del nostro paese e popolo e la Russia si difenderà per proteggere il suo popolo.” Inoltre, afferma anche che la sua nazione  sa essere amica e mantenere la parola data, lo dimostra il nostro aiuto ai Paesi europei, come l’Italia, durante il momento più difficile della pandemia di Covid, esattamente come stiamo andando in aiuto nelle zone del terremoto”.

Inoltre ha sottolineato che sospenderanno il trattato ma non si ritireranno e ha invitato il ministero della Difesa e Rosatom a essere pronti per dei test sulle armi nucleari, precisando che: “Non le useremo mai per primi, ma se lo faranno gli Stati Uniti dobbiamo essere pronti. Nessuno deve farsi illusioni: la parità strategica non deve essere infranta. La Russia sospende la sua partecipazione al trattato New Start. Lo afferma il presidente russo Vladimir Putin nel suo messaggio alla nazione in merito alla situazione relativa al New Strategic Arms Reduction Treaty (New START). Il trattato sulla riduzione delle armi nucleari firmato da Stati Uniti e Russia a Praga l’8 aprile 2010.”

Durante il suo discorso ha anche accusato l’Occidente: “Negli anni ’30 l’Occidente ha aperto la strada al nazismo in Germania e adesso fa lo stesso in Ucraina”. Secondo il Presidente Russo agli occidentali “non interessa niente e sono pronti a usare chiunque” contro la Russia e parlando della diffusione delle nuove teorie di genere in Occidente si è espresso così: “Perdona loro Signore, perché non sanno quello che fanno…Ci sono anche preti che approvano i matrimoni omosessuali”,  e ha aggiunto: “Siamo obbligati a proteggere i nostri figli e lo faremo. Proteggeremo i nostri bambini dal degrado e dalla degenerazione“. 

Il discorso del presidente russo ha subito determinato la reazione degli Usa, ecco la risposta del consigliere per la sicurezza nazione della Casa Bianca Jake Sullivan: “Nessuno sta attaccando la Russia. C’è una sorta di assurdità nell’idea che la Russia sia sottoposta a una qualche forma di minaccia militare da parte dell’Ucraina o di chiunque altro”.

Il segretario generale della Nato, Jean Stoltengerb durante la conferenza stampa con l’Alto Rappresentante Ue, Josep Borrell e il ministro degli esteri Ucraino ha dichiarato: “A un anno dall’iniziano dell’invasione non vediamo nessun segno che Putin si prepari alla pace, anzi, si prepara a una nuova guerra: prepara più truppe e si è messo in contatto sia con la Corea del Nord che con l’Iran per le armi.” Stoltenberg ha poi aggiunto che: “Nessuno ha attaccato la Russia, sono loro gli aggressori. La responsabilità dell’escalation della guerra è di Putin. Sta aumentando la sua capacità militare, non vuole la pace ma la guerra. Per questo dobbiamo aumentare il nostro supporto all’Ucraina. Se Putin vince il pericolo sarà per tutti. La Russia ha deciso di invadere l’Ucraina e l’Ucraina ha diritto di difendere e noi abbiamo il diritto di sostenerla. Invieremo più armi avanzate”.

Nel frattempo, in Ucraina è arrivata la premier Giorgia Meloni. È stata accolta con un mazzo di fiori prima di uscire dalla stazione per poi salire in auto per trasferirsi in hotel. Queste le sue prime parole: “Sono onorata e sono determinata a capire quello di cui questo popolo ha bisogno. Credo sia doveroso essere qua per ribadire la posizione del governo italiano e forse anche rendersi conto personalmente di quel che serve a un popolo che si batte per la libertà”. “È sempre diverso vedere con i propri occhi, credo che aiuti anche gli italiani a capire”.

Poi è andata a Bucha, uno dei luoghi dei massacri di civili e ha deposto dei fiori rossi per rendere omaggio alle vittime nelle fosse comuni. La Presidente si è chiusa in raccoglimento dinanzi a questo luogo simbolico e poi ha rilasciato queste parole: “Può contare sull’Italia, siamo con voi dall’inizio e lo saremo fino alla fine. Avete tutto il nostro il supporto”, ha detto la presidente del Consiglio alle autorità ucraine. Una medaglia composta con le pallottole usate, è l’omaggio riservato alla premier, durante la sua visita a Bucha. Meloni ha osservato con attenzione la medaglia e letto con interesse, ad alta voce, l’incisione sul retro: “Città non conquistata”. Ha ascoltato da varie autorità ucraine i racconti delle tragedie causate in questi luoghi dall’aggressione russa e ha concluso: “Non siete soli”. “Combatteremo per voi e la vostra libertà”. Dopo Bucha andrà a visitare Irpin, che ha subìto pesanti bombardamenti nelle fasi iniziali della guerra. Accolta dal sindaco, la premier ha ascoltato dal primo cittadino il racconto della distruzione di quest’area.

Durante la sua visita, ha autografato la bandiera della città, lasciando la sua firma accanto a quella di altri leader che in questi mesi hanno visitato quest’area dell’Ucraina particolarmente colpita dall’aggressione russa. Infine, ha consegnato alle autorità locali due generatori a supporto delle infrastrutture critiche, accanto a due dei 45 mezzi dei vigili del fuoco e ha esclamato ciò: “Continuiamo a lavorarci”.

Non si fermano i bombardamenti nella città di Kherson, i russi hanno colpito la fermata di un autobus e si registrano almeno sei civili deceduti.

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