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Ricorre oggi il 79º anniversario del sacrificio del vice brigadiere medaglia d’oro al valore militare.

NAPOLI – Questa mattina alle ore 10.00 verrà ricordato il sacrificio del vice brigadiere, Salvo D’Acquisto. Sarà deposta, infatti, da parte dei Carabinieri una corona di alloro al monumento dedicato a Salvo D’Acquisto nell’omonima piazza napoletana a due passi dal Provinciale. Era il 23 settembre del 1943 quando alle SS disse: “La mia vita in cambio di quella dei prigionieri.” Dopo poche ore venne giustiziato. Aveva solo 23 anni, quando decise di sacrificare se stesso per salvare la vita a 22 persone innocenti.

 

Salvo D’Acquisto era nato a Napoli il 15 ottobre 1920. Nel 1939, decise di arruolarsi come volontario nell’Arma, e il 15 gennaio del 1940 diventò Carabiniere. Dopo pochi mesi, a ottobre, viene mandato in servizio a Tripoli, dove rimase un paio di anni. Rientrò in Italia nel 1942, in piena Seconda Guerra Mondiale, e quello stesso anno frequentò un corso conseguendo la nomina di Vice Brigadiere. A quel punto venne inviato a prestare servizio vicino Roma, alla stazione di Torrimpietra. Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943, un reparto tedesco delle SS decise di occupare una caserma abbandonata alla Torre di Palidoro, alcune casse di munizioni che erano all’interno di un deposito saltarono in aria accidentalmente. Nell’esplosione, un soldato tedesco rimase ucciso mentre altri due rimasero feriti. Nonostante si fosse trattato di un incidente, le truppe tedesche la considerarono un’imboscata messa in atto dagli italiani. A quel punto l’ufficiale nazista ordinò di rastrellare 22 persone prese a caso tra le abitazioni del piccolo paese della provincia romana. I nazisti li condussero ai piedi della Torre di Palidoro per fucilarli.

L’incidente era avvenuto non lontano da Torrimpietra, dove prestava servizio Salvo D’Acquisto. Andò sul posto e fece di tutto per salvare quegli innocenti dalla fucilazione. Cercò di persuadere l’ufficiale nazista che si era trattato solo di un incidente, ma senza risultato. A quel punto, prima che tutti quegli innocenti venissero uccisi, il giovane brigadiere decise di autoaccusarsi dell’incidente, sacrificando la propria vita.

“Affrontava così, da solo, impavido la morte, imponendosi al rispetto dei suoi stessi carnefici e scrivendo una nuova pagina indelebile di purissimo eroismo nella storia gloriosa dell’Arma”: così recita la motivazione che il 25 febbraio del 1945 ha accompagnato la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla sua memoria.

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